Dopo la commemorazione, il dolore e il ricordo delle vittime, con la fiaccolata che nella notte tra il 5 e il 6 aprile ha portato in città circa 20mila persone, si torna a lavorare sul fronte della ricostruzione.
A sollecitare la ripresa di un dibattito sulla riforma del Codice degli appalti, vero ostacolo per la ricostruzione pubblica, da un lato, e la messa in sicurezza delle scuole dall’altro lato, è il presidente dell’Ordine degli ingegneri dell’Aquila Pierluigi De Amicis.
Dopo la pausa e la profonda riflessione in occasione del decimo anniversario del sisma – spiega De Amicis – scuole, ricostruzione pubblica e infrastrutture devono essere la priorità. Dopo un’impasse dovuto alla ripresa della governance, la ricostruzione privata sta invece ripartendo.
Occorre superare l’ostacolo del Codice degli appalti, che per i professionisti avrebbe già dovuto essere modificato.
E’ necessario snellire soprattutto la prima parte relativa alle fasi di gare, perché dal momento in cui si decide di realizzare un’opera e il momento in cui viene cantierizzata passano due anni di media. Un altro laccio è costituito – aggiunge De Amicis – dai ricorsi della seconda ditta esclusa.
C’è ancora molto da fare, poi, sul recupero delle scuole dell’Aquila, non solo per quanto riguarda quelle danneggiate e da ricostruire, ma anche le strutture riaperte all’indomani del sisma.
Siamo di fronte a due scenari, i Musp sicuri al cento per cento ed edifici in muratura che in alcuni casi non raggiungono nemmeno il 30% della sicurezza – spiega De Amicis.
Il presidente degli ingegneri, infine, sollecita anche una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini sullo stato della sicurezza delle loro abitazioni. Consapevolezza che dovrebbe riguardare anche i proprietari degli edifici destinati alla socialità (discoteche, pub, cinema e così via).
Basta, infine, additare gli ingegneri come la causa principale o unica della ricostruzione che non va, chiosa De Amicis:
A volte c’è qualche professionista colpevole dei ritardi, ma non è sempre così – spiega -. Dobbiamo andare a vedere nella concretezza chi è il ‘colpevole’. Potrebbe essere il direttore dei lavori, oppure il committente, o il proprietario o l’impresa. Basa fare la campagna di colpevolizzazione dei professionisti.