Ispirandosi al modello canadese di convivenza tra umani e plantigradi, la “comunità a misura d’orso” di Gioia dei Marsi, nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, distribuisce recinzioni elettrificate
Tra gli altri strumenti messi a disposizione, anche pollai anti orso e speciali raccoglitori di rifiuti. La comunità organizza anche delle riunioni nel corso delle quali vengono spiegate le buone pratiche comportamentali in caso di incontri ravvicinati con la fauna selvatica. Uno di questi appuntamenti è in corso nel centro culturale Moretti, a Gioia dei Marsi, nell’ambito del progetto Life, di concerto con il Pnalm, il Comune e vari enti e associazioni.
“Abbiamo in previsione di realizzare anche le cosiddette colture a perdere: in aree marginali verranno piantati frutteti destinati non alla raccolta, ma all’alimentazione dell’orso – spiega Gianluca Alfonsi, sindaco di Gioia dei Marsi, che ricorda le frequenti incursioni di Amarena con i cuccioli – Noi abbiamo convissuto con Amarena, ci siamo abituati. Per garantire la sicurezza dei cittadini, talvolta abbiamo evacuato alcune zone. C’è stato un episodio in cui un cucciolo è rimasto imprigionato in un sito privato e non poteva raggiungere con la madre. Siamo intervenuti con il Parco, il comune, la polizia, abbiamo aperto il varco, il corridoio naturale, si sono ricongiunti ed andati via tranquillamente. La presenza dell’orso è anche immagine di riverbero per la nostra comunità, come avviene in Canada. L’orso si gestisce e dove diventa problematico interviene il Parco, le autorità competenti, di certo non il cittadino. E abbiamo la prova che le reti elettrificate funzionano. Qui abbiamo un buon rapporto anche con i cacciatori e con le associazioni faunistiche venatorie, che vengono coinvolte. La comunità a misura d’orso serve anche ad aprire un dialogo con il territorio”.