Ad organizzare l’evento, previsto oggi e domani, sono l’Università, il dipartimento di Medicina clinica e la Onlus Rocco Pollice, con il patrocinio della Asl e il supporto dagli ordini professionali.
Durante i lavori viene affrontato il tema dell’impatto dei traumi collettivi e individuali sull’equilibrio psicofisico dei giovani particolarmente vulnerabili. Si tratta di eventi che risultano particolarmente traumatici soprattutto se vissuti in età precoce.
Nel corso del convegno è stato illustrato anche uno studio della professoressa Laura Giusti sull’autolesionismo nei giovani: i dati sono allarmanti.
A L’Aquila si parla anche delle molteplici forme del disagio giovanile, di ritiro sociale, depressione, amore tossico, dipendenza digitale, comportamenti violenti e aggressivi.
L’identificazione precoce di fattori di vulnerabilità è fondamentale per agire in tempo e prevenire. Conforta invece il fatto che, talvolta, le avversità possono produrre cambiamenti positivi.
Diverse le testimonianze in sala, come quella di padre David che ha raccontato la sua esperienza in un centro di riabilitazione nel campo della salute mentale in Togo, o come quella di un giovane della Costa d’Avorio che ha ripercorso il suo vissuto traumatico per arrivare in Italia, dove poi ha trovato amore e lavoro.
Come ogni anno, in occasione del convegno, vengono anche premiati dei giovani ricercatori che hanno partecipato all’ottava edizione del premio Rocco Pollice.