Farà tappa a Pescara, a partire dal 12 aprile, la mostra regionale “Sub Tutela Dei, l’uomo, il giudice, l’esempio” che il Csv Abruzzo dedica al magistrato Rosario Livatino, ucciso dalla mafia nel 1990 e beatificato nel 2021
La mostra sarà aperta a partire dalle ore 9 nella sala Flaiano dell’Aurum di Pescara. L’allestimento è promosso da Libera associazione forense, Centro studi Rosario Livatino e Centro culturale Il Sentiero.
Sempre mercoledì 12 aprile, ma alle 18 e nella sala D’Annunzio dell’Aurum, si svolgerà l’incontro di presentazione dell’esposizione, con la partecipazione di Fabrizia Ida Francabandera, presidente della Corte di Appello dell’Aquila; Angelo Mariano Bozza, presidente del Tribunale di Pescara; Maria Rosaria Parruti, presidente del Tribunale di sorveglianza dell’Aquila; Casto Di Bonaventura, presidente del Csv Abruzzo Ets; Carlo Torti, curatore della mostra – Libera associazione forense; Lorenzo Di Flamminio, coordinatore area Formazione Csv Abruzzo Ets.
L’esposizione si avvale del patrocinio di Regione Abruzzo, Ufficio scolastico regionale, tutte le Province abruzzesi e i Comuni dei quattro capoluoghi e di Avezzano, Ceam (Conferenza episcopale Abruzzo e Molise), Arcidiocesi di Chieti-Vasto, diocesi di Teramo-Atri
e di Avezzano, fondazioni Tercas e PescarAbruzzo, università di Teramo, tribunali di Avezzano, Chieti, Pescara, Teramo; consiglio dell’Ordine degli avvocati di Teramo, Forum del Terzo settore; in collaborazione con Caritas, Libera, Unione giuristi cattolici di Pescara e Teramo, Associazione genitori, Prossimità alle istituzioni, Cosma, premio Borsellino, Arci, Legalità cultura e territorio.
La mostra prevede un percorso diviso in quattro sezioni con testi, immagini, video e un audio introduttivo che rievoca l’agguato. Una parte importante è dedicata al testimone Piero Nava, direttore commerciale lombardo, che il 21 settembre 1990 si trovava in Sicilia per un viaggio di lavoro. Nava assistette, dallo specchietto retrovisore della sua auto, all’attentato che portò all’esecuzione del magistrato
Livatino da parte dei mafiosi. Fu lui ad avvisare le forze dell’ordine e riferì quanto aveva visto. In un periodo in cui non esistevano disposizioni sui collaboratori di giustizia, Nava, cittadino onesto e testimone, non pentito, ha visto la propria esistenza stravolta. Ha perso il lavoro ed è ancora oggi costretto a nascondersi con tutta la sua famiglia, cambiando spesso città e generalità.
«Quel giorno – ha detto Nava – Livatino è morto ma io sono scomparso».
L’esposizione, che ha debuttato a Chieti, rimarrà in allestimento a Pescara dal 12 al 19 aprile, tutti i giorni dalle 9 alle 14 e dalle 15.30 alle 19.30.