Abbattimento cervi: ricorso e rischio denunce penali

Pronti a presentare ricorsi ma anche denunce penali le associazioni che lottano contro la caccia selettiva ai cervi che inizierà lunedì 14 ottobre. Oggi nuovo sit-in all’Emiciclo

Il Wwf, dopo la delusione del tar, ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato contro l’abbattimento programmato di 469 cervi, così come stabilito da una delibera regionale.

Nel nuovo sit-in di protesta di oggi a L’Aquila, erano presenti anche altre associazioni come Lav o CAI che avevano proposto soluzioni alternative come la recinzione.

Ma c’è di più, perché l’associazione “Appennino Ecosistema” con il suo rappresentante Bruno Petriccione ha annunciato che potrebbe prefigurarsi il rischio di denunce penali nei confronti dei cacciatori ma anche del presidente della regione. Questo ovviamente se si inizierà con l’uccisione degli animali.

Di seguito uno stralcio del comunicato dell’associazione.

“Sul piano strettamente giuridico – avverte Petriccione – l’eventuale attuazione degli abbattimenti programmati a partire dal prossimo 14 ottobre, in assenza di autorizzazione di Incidenza Ambientale, potrebbe configurare condotte di rilevanza penale a carico del personale addetto e dello stesso Presidente della Giunta Regionale. Il personale che si rendesse responsabile degli abbattimenti potrebbe essere denunciato e perseguito per aver eseguito attività in assenza di autorizzazione V.Inc.A., come previsto dal Codice del paesaggio (D.lgs. n. 42/2004, art. 181, c. 1), con le sanzioni previste dalla L. n. 47/185 (arresto fino a due anni ed ammenda da 10.000 a 103.000 €). Il Presidente della Giunta Regionale, infine, in quanto legale rappresentante della Regione, potrebbe essere denunciato e perseguito per il reato di favoreggiamento reale (art. 379 del codice penale), per aver favorito le predette condotte illecite ed aver aiutato il personale responsabile degli abbattimenti ad assicurare il prodotto del reato, con la sanzione della reclusione fino a cinque anni”.

Paolo Durante: