Il detto “buono come il pane” è sostituito dal “caro come il pane”. Secondo un studio Fiesa Assopanificatori, in Abruzzo l’aumento del prezzo della farina è salito all’81%.
A lanciare l’allarme Vinceslao Ruccolo, vice presidente nazionale Assopanificatori Confesercenti e Lido Legnini, direttore regionale Confesercenti. “Continuiamo a registrare forti aumenti delle farine e dei prodotti energetici, un trend preoccupante, dice Davide Trombini, Presidente nazionale Assopanificatori Confesercenti. Si rischia di bloccare la partenza dell’economia del nostro settore”.
Ruccolo si rivolge al Governo per l’istituzione di un tavolo ma anche alla Regione Abruzzo, visto che da noi il maggiore consumo è del pane cosiddetto “casareccio” con farina di grano duro che subirà un incremento del costo del 30%. Ruccolo si appella anche alla Regione Abruzzo affinché si tuteli tale prodotto e sottolinea come nel periodo Covid sono a rischio tante imprese e posti di lavoro.
Insomma, ribadiscono gli esponenti Confesercenti: “Non possiamo permetterci di bruciare le prossime festività per mantenere in equilibrio le gestioni dei forni e l’occupazione. Si chiede di attivare gli organi di vigilanza e l’apertura di una indagine parlamentare conoscitiva sull’andamento dei prezzi delle farine e delle materie prime, comprese quelle energetiche amministrate, per eventuali interventi del Governo di tagli di tasse e degli oneri di sistemi. L’auspicio – concludono è che la dinamica rialzista si arresti e consenta di programmare e lavorare le produzioni natalizie in un clima di fiducia per i consumatori”.
Con il pane, in aumento i pressi di Mais, Orso, Riso, Segale per citare solo alcuni prodotti.