L’opposizione in consiglio regionale si scaglia compatta contro l’aumento delle tasse annunciato dalla Regione Abruzzo per coprire il deficit della sanità
La coalizione di opposizione in Consiglio regionale Patto per l’Abruzzo questa mattina ha tenuto una conferenza stampa a L’Aquila per stigmatizzare l’aumento delle tasse agli abruzzesi, annunciato dal presidente Marco Marsilio, al fine di coprire i disavanzi delle Asl.
La coalizione di minoranza respinge la proposta al mittente e chiede a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia di fare un passo indietro. La situazione dei numeri in rosso, hanno ricordato i consiglieri di opposizione, era già nota a marzo 2024.
“La maggioranza non vuole aumentare le tasse per migliorare i servizi, stanno decidendo di incidere sulle buste paga e sulle pensioni degli abruzzesi per pagare i conti di un sistema sanitario inefficiente. Dodicimila cittadini rinunciano alle cure, la mobilità sanitaria ha un saldo passivo di circa 104 milioni di euro, ci sono sempre meno servizi e prestazioni, liste di attesa lunghissime, congestione dei reparti, medicina di prossimità al collasso e mancato raggiungimento dei Lea per la prevenzione.
Gli aumenti dell’aliquota Irpef toccheranno pensionati e lavoratori. Per gli scaglioni con reddito basso l’aliquota è già al massimo, 1,73% e la legge non consente di aumentarla ma per gli altri, ampia fascia di ceto medio, si potrebbe passare dall’1,73 al 2,63%”.
L’aumento Irpef non basterà a colmare il deficit 2024 che trova copertura con ulteriori politiche di bilancio. Il futuro si prospetta incerto, visto che per il 2025 il deficit sembra tendere verso un ulteriore aumento e dunque per le opposizioni questo aumento è solo l’inizio.
“Per anni la destra – continuano i consiglieri di opposizione – ha deliberato accantonamenti denominati Fondo per la riduzione della tassazione regionale, ma le riduzioni sono rimaste solo sulla carta. Questo aumento arriva dopo quello del 20% sulla bigliettazione nel trasporto pubblico, inoltre i cittadini si trovano a far fronte agli aumenti dell’energia senza avere risposte dalla Regione”.
Tra le proposte avanzate dalla minoranza c’è il recupero dell’efficienza nell’uso delle risorse, con la riduzione dei costi e il miglioramento delle prestazioni. Occorre anche revisionare completamente l’architettura del sistema sanitario regionale.
“Qualsiasi azione difforme porterà l’opposizione a chiedere le dimissioni del presidente della Giunta e dell’assessore alla sanità. Non si può accettare che si aumentino le tasse mentre il sistema sanitario va a rotoli”.
Alla conferenza stampa di oggi a L’Aquila erano presenti Luciano D’Amico, Silvio Paolucci, Dino Pepe, Erika Alessandrini, Francesco Taglieri, Antonio Blasioli, Antonio Di Marco, Alessio Monaco, Vincenzo Menna, Giovanni Cavallari e Daniele Marinelli.
I presenti hanno chiesto che, per il bene degli abruzzesi, presidente e assessore dovrebbero chiedere scusa e dimettersi. Taglieri ha definito Marsilio un uomo di partito solo al comando.
Silvio Paolucci ha aggiunto che Marsilio farebbe bene a chiedere scusa per le bugie raccontate in queste anni anche alla sua maggioranza.
“Non sono bastati i tagli lineari applicati dai dirigenti delle quattro Aziende sanitarie locali – spiegano i consiglieri di opposizione – a quanto sembra la destra vuole anche aumentare le tasse agli abruzzesi per colmare il disavanzo milionario che proprio loro, fino all’inizio di questa nuova legislatura, hanno sempre negato.
La situazione dei numeri in rosso, infatti, era già esistente a marzo 2024, quando agli abruzzesi la destra chiedeva il voto con mirabolanti promesse e con la narrazione di un Modello Abruzzo per la sanità che, come oggi viene certificato, esisteva solo nella loro propaganda elettorale. Una fandonia che fa il paio con la messa in scena della finta inaugurazione dell’inizio lavori per l’allungamento della pista dell’aeroporto d’Abruzzo e sulla copertura dei costi per la Rete Ospedaliera, smentita in sede di commissione proprio dalla tecnostruttura della Regione.Il sistema sanitario, dopo sei anni della loro gestione, conta 120.000 cittadini che rinunciano alle cure; la mobilità sanitaria con un saldo passivo di circa 104 milioni di euro; meno prestazioni e servizi ospedalieri; liste d’attesa lunghissime; congestione dei reparti di emergenza urgenza; la medicina di prossimità al collasso, con circa 62.000 cittadini senza medici di base, e il mancato raggiungimento della sufficienza dei LEA per la prevenzione. Nel complesso i Livelli Essenziali di Assistenza in Abruzzo raggiungono un ponteggio complessivo di 184,9 su 300. Mentre, ad esempio , l’Emilia Romagna raggiunge un punteggio di 285 su 300, a dimostrazione che una migliore sanità sarebbe possibile se solo la destra smettesse di occuparsene.
In sintesi l’Abruzzo della destra paga più tasse, ha meno cure e servizi in sanità, ed è più povero.
A fronte di tutto ciò chiediamo con determinazione che si torni indietro su questa decisione, e che si inizi a lavorare di concerto, con le opposizioni e con la società civile, per programmare una vera inversione di rotta che porti a sanare i conti”.
Il servizio Tg8