Abruzzo: uomini e lupi, i consigli del WWF per una convivenza serena

Crescono le segnalazioni sulla presenza di lupi e altri animali selvatici nelle città dell’Abruzzo. I consigli del WWF per una convivenza serena

Vivere in armonia con la natura non è solo uno slogan, ma una scelta ormai obbligata. L’incontro con il lupo e altri selvatici è sempre più frequente nell’ambiente urbano, per questo bisogna imparare a conviverci. Per il WWF Abruzzo “resta fondamentale il ruolo di mass media e social nel dare informazioni corrette”.

La presenza di animali selvatici alle porte delle città, e anche all’interno della cintura urbana, genera inevitabili preoccupazioni, in particolare per i lupi che possono potenzialmente predare anche piccoli cani e gatti, compagni di vita di molte famiglie.

Tra i tanti cittadini che si rivolgono al WWF in verità quasi tutti paventano anche i pericoli che gli stessi lupi corrono nell’avventurarsi in spazi cittadini per loro tutt’altro che accoglienti. Un problema che indubbiamente esiste, ma che viene talvolta ingigantito da fake news e da allarmi esagerati.

Le strutture locali del WWF hanno da tempo realizzato, d’intesa con i Carabinieri Forestali, una brochure (Tante specie un solo pianeta) distribuita gratuitamente.

L’opuscolo contiene diversi  consigli su che cosa fare e non fare quando ci si imbatte in un animale selvatico in difficoltà (in particolare uccelli e cuccioli di mammiferi) e anche come comportarsi nel caso si incontri un lupo o un orso nelle aree montane in cui vivono gli ultimi individui della preziosa sottospecie Ursus arctos marsicanus.

Per quanto riguarda più specificatamente il lupo, il suo ritorno in aree anche collinari e litoranee dalle quali era da anni scomparso per mano dell’uomo rende necessario, per favorire una tranquilla coesistenza, il rispetto di alcuni semplici consigli comportamentali.

Il primo è quello di non lasciare incustoditi  i propri animali all’aperto o, peggio, chiusi in cortili esterni, legati alla catena o comunque impossibilitati a muoversi. Questo vale in particolare nelle ore notturne, soprattutto se si tratta di gatti o cani di piccola e media taglia. Meglio anche non lasciarli vagare da soli.

Altra regola fondamentale è evitare di abbandonare rifiuti organici o cibo per animali: crocchette per cani e gatti attirano topi, ricci, istrici, volpi, cinghiali e, di conseguenza, pure i lupi.

«Una serena convivenza è possibile – osserva la presidente del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco – semplicemente cambiando alcune nostre cattive abitudini. Abbiamo distrutto i corridoi ecologici, abbiamo costruito sulle sponde dei fiumi (piloni delle autostrade, tralicci elettrici, centri commerciali e capannoni industriali, recentemente anche casse di espansione) danneggiando i boschi ripariali percorsi da cinghiali, caprioli e altri animali selvatici, tra cui il lupo, che trova le proprie prede svolgendo l’importante ruolo ecologico di tenere sotto controllo il numero degli erbivori.

Se si avvicinano alle città, che sono sempre più in espansione, è perché vi trovano cibo facile e abbondante. Riflettiamoci: all’interno del perimetro urbano troviamo spesso cartelli con l’indicazione di non dare da mangiare ai piccioni. Una semplice regola per non fare aumentare il numero di individui di una popolazione. Una accortezza che vale per qualunque specie. È inoltre fondamentale il ruolo dei mass media e dei social che dovrebbero, come molti già fanno, evitare di lanciare allarmi a ogni avvistamento ingigantendo il problema.

Importante anche un corretto atteggiamento da parte delle pubbliche amministrazioni che possono (come ha ben fatto ad esempio di recente il sindaco di San Giovanni Teatino) indurre i propri cittadini a comportamenti adeguati. Nelle aree interne da tempo si convive senza particolari problemi e del resto vivere in armonia con la natura non è soltanto uno slogan del WWF, è una scelta positiva e direi quasi obbligata che potrà migliorare la qualità della vita di tutti noi».

E a proposito di lupi c’è da registrare anche la presa di posizione di cinque organizzazioni ambientaliste e per la protezione degli animali – Green Impact (Italia), Earth (Italia), One Voice (Francia), LNDC Animal Protection (Italia) e Great Lakes and Wetlands (Ungheria) – che hanno presentato un ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea contro la decisione del Consiglio dell’UE del 26 settembre 2024.

Oggetto del ricorso è la proposta di ridurre lo stato di protezione del lupo (Canis lupus) presentata in occasione della recente riunione del Comitato Permanente della Convenzione di Berna.

La Commissione Europea, a nome dei 27 Stati membri dell’UE, non ha rispettato il periodo di sospensione standard di 60 giorni – termine entro il quale le parti interessate possono presentare un ricorso per annullamento – ma ha direttamente proposto un voto alla Convenzione di Berna del Consiglio d’Europa per ridurre la protezione del lupo, sapendo che la proposta sarebbe stata approvata grazie alla maggioranza dei voti detenuta dall’UE, che rappresenta 27 voti, forzando così l’approvazione della propria proposta.

Gaia Angelini, presidente di Green Impact, ha dichiarato:

<La proposta dell’UE per ridurre la protezione del lupo europeo manca di supporto scientifico ed è un pericoloso precedente, motivo per cui abbiamo presentato ricorso. Gli sviluppi istituzionali hanno anche rivelato che la Convenzione di Berna non prevede un esame scientifico preventivo delle proposte avanzate dalle Parti prima che vengano messe ai voti. È altrettanto preoccupante la mancanza di processi democratici all’interno della Convenzione di Berna e la predominanza dell’UE – 27: l’UE ha la maggioranza dei voti nella Convenzione di Berna e ha imposto la propria proposta, ignorando le opinioni delle altre Parti.  Quando la Bosnia ha proposto di rinviare il voto di un anno per consentire ulteriori discussioni, la Commissione Europea, a nome dell’UE-27, ha votato contro il rinvio, silenziando tutte le preoccupazioni degli altri membri della Convenzione. Diverse lettere firmate da centinaia di ONG contro la riduzione della protezione del lupo, indirizzate alla Commissione Europea, agli Stati membri dell’UE e alla Convenzione di Berna, sono state sistematicamente ignorate da tutte queste istituzioni>.

La proposta  UE si basa su un rapporto prodotto da una società di consulenza e non sottoposto a revisione tra pari (peer- review), commissionato e finanziato dalla Commissione Europea, mentre le evidenze scientifiche fornite dalla comunità scientifica contraddicono le affermazioni della Commissione e del Consiglio UE sulla necessità di ridurre la protezione del lupo.

Se il ricorso presentato dalle  cinque organizzazioni  no profit sarà accolto,  potrebbe condurre all’annullamento degli atti basati sulla Decisione 2024/2669/UE (declassamento protezione del lupo),inclusa la proposta presentata dall’UE alla riunione del Comitato Permanente della Convenzione di Berna.

Il ricorso è stato presentato subito dopo aver rilevato dei malfunzionamenti nei processi dell’UE e della Convenzione di Berna che influenzano la tutela dei lupi (mancanza di supporto scientifico, assenza di un processo di revisione scientifica, mancati processi democratici vista la poca considerazione data alle richieste delle ONG e dei cittadini, predominanza della volontà dell’UE a Berna).

Ora le 17 Parti Contraenti della Convenzione di Berna (Stati UE e non UE) hanno l’opportunità di rettificare la situazione chiedendo l’annullamento della decisione entro 3 mesi dal 3 dicembre 2024 – data di approvazione della proposta UE.

Marina Moretti: