Uno stormo di 32 cicogne bianche è stato avvistato in Abruzzo, in una località che la Stazione Ornitologica (Soa) preferisce non indicare per questioni di tutela.
“A poche centinaia di metri dal punto di osservazione – si legge in una nota della Soa – i nostri soci hanno osservato tre gruppi di cacciatori con cani in addestramento che costituiscono, come affermato da Ispra e Corte Costituzionale, una forma di disturbo sia per i migratori sia per le specie che iniziano a riprodursi”. Per la Soa questa è l’occasione per evidenziare “l’importanza degli altipiani maggiori abruzzesi come siti di sosta per l’avifauna durante la migrazione sia primaverile sia autunnale. Luoghi che dovrebbero essere mappati secondo la direttiva comunitaria 147/09/CE ‘Uccelli’ a fini di tutela, ma l’Abruzzo, privo di Piano faunistico venatorio, non ha ancora provveduto”. Questa segnalazione, prosegue la nota della Soa, si aggiunge a quelle di altri animali protetti, quali falchi grillai, albanelle reali e minori e altri rapaci che in aprile-maggio e settembre-ottobre si concentrano in territori ristretti dove riescono ad alimentarsi. “Se pensiamo che la loro migrazione può coprire traiettorie di 5-6.000 km si comprenderà l’importanza di evitare qualsiasi forma di disturbo in momenti delicatissimi come la sosta”.