“L’Acquedotto Pugliese potrebbe captare fino a 4.000-5.000 litri di acqua al secondo dalla sorgente ‘Basso Tirino’ per poi trasferirla in lunghissime condutture fino alla Puglia. Questo è il passaggio chiave della relazione tecnica elaborata dal Politecnico di Bari e dall’Università di Chieti a seguito della stipula di una Convenzione nel 2022 del valore di 100.000 euro”
Lo svela, nel corso di una conferenza stampa, il Forum H2O, sottolineando che si tratta di “una volta e mezza l’acqua captata dall’Aca per l’intera valpescara, quasi tre volte quella distribuita ai rubinetti dopo
le perdite”. Nelle conclusioni della relazione, datata giugno 2023, rilevano gli attivisti del Forum, si può leggere testualmente: “Gli elementi di conoscenza aggiuntivi hanno permesso, altresì, di fornire indicazioni circa la configurazione ottimale dell’opera di captazione”. Viene inoltre evidenziato che “le
acque della sorgente del Basso Tirino presentano interessanti prospettive di sfruttamento ad uso idropotabile, sia per la buona qualità delle acque che per la quota della sorgente” e che appunto “la capacità di captazione stimata è di almeno 4-5 mc/s”.
Secondo gli autori della relazione, le indagini geochimiche hanno dimostrato che l’acqua proviene da punti di infiltrazione in alta quota sui massicci posti a monte. Inoltre per il fatto che non sono state osservate significative variazioni climatiche “è possibile effettuare valutazioni rassicuranti in prospettiva circa l’efficacia di un investimento per la valorizzazione di questa sorgente ai fini idropotabili”.
“Lo studio – afferma il Forum H2o – segue quanto era stato già preconizzato alcuni anni or sono, prima nel 2001-2003 con l’ipotesi di ‘vendita’ dell’acqua abruzzese per rifornire la Puglia per il tramite della società Binnie Black and Veatch, fermata da una vera e propria sollevazione popolare promossa dal
Forum, e poi con la riproposizione dell’idea nel 2020 nel Piano industriale della società pugliese. La relazione, commissionata nel 2022, di fatto è l’attuazione di quanto accennato nel Piano”.
Gli attivisti chiedono quindi al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e a tutte le amministrazioni di prendere “posizione sulla questione, ponendo l’obiettivo di rifare le reti di distribuzione. Il presidente dovrebbe chiarire che in epoca di crisi climatica – dicono – è imperativo
risolvere la vergogna e lo scandalo delle perdite delle reti colabrodo con il rifacimento delle stesse in un arco di tempo di dieci anni. Servono grandi investimenti? Da tempo ripetiamo che la priorità è l’acqua senza la quale vi è il collasso del sistema sociale ed economico; pertanto invece di pensare a opere
faraoniche come il Ponte sullo Stretto, terze corsie autostradali, si torni ai cosiddetti ‘fondamentali’ che
connotano una civiltà”.