Acqua torbida Gran Sasso, l’inchiesta avvia i primi passi

L’inchiesta sull’acqua torbida emersa durante i lavori al traforo del Gran Sasso ha avviato i primi passi

L’indagine si preannuncia complessa. Come riportato dal quotidiano Il Centro ieri i magistrati hanno effettuato un sopralluogo approfondito, durato quasi cinque ore, nelle condotte del sistema acquifero.

L’indagine, attualmente contro ignoti, è stata avviata in seguito alla fuoriuscita di acqua torbida durante i sondaggi preliminari per i lavori di messa in sicurezza. L’acqua è stata subito scaricata e quindi non è entrata nel sistema idrico che serve le popolazioni. Ad oggi ancora non si sa quando verranno riavviate le indagini preliminari, passaggio essenziale per avviare il mega intervento di messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso.

Proprio sulla tipologia delle indagini la Ruzzo Reti chiede un intervento diverso che permetta di tutelare il bacino idrico. I sostituti procuratori Davide Rosati e Stefano Giovagnoni, insieme al pm Greta Aloisi, hanno ispezionato l’intero sistema: condutture, captazioni e sistemi di allarme.

Presente anche Alessia Cognitti, presidente dell’azienda acquedottistica Ruzzo Reti. Durante l’ispezione è stata effettuata una simulazione di scarico dell’acqua. Gli inquirenti hanno inoltre delegato l’acquisizione di documentazione sui lavori dei sondaggi che verrà inclusa nel fascicolo dell’indagine, anche se al momento sembra escluso il ricorso a una consulenza tecnica esterna.

Il sistema acquifero del Gran Sasso rimane particolarmente esposto a rischi per la coesistenza con i laboratori di fisica nucleare e le gallerie autostradali dell’A24.