Nasce il coordinamento “No Pizzone II”, ad Alfedena, per fermare l’omonimo progetto dell’Enel, che prevede opere per la costruzione di una centrale idroelettrica nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) e nelle aree limitrofe.
“Il progetto prevede, tra l’altro, lo scavo di 10 km di gallerie nelle montagne con anni e anni di fasi di cantiere – prosegue la nota – con produzione di un milione di metri cubi di inerti in un luogo unico dal punto di vista della biodiversità a partire dall’orso bruno, anche con accumulo permanente in loco”.
“Siamo fermamente contro la realizzazione del progetto Pizzone II; non siamo disposti a trattare con Enel, né a raggiungere qualsiasi compromesso o mediazione; ci costituiamo come controparte attiva e vigile sul territorio, come coordinamento di base delle comunità abitanti e senza farci espressione di alcun tipo di interesse specifico di amministrazioni, partiti o altre organizzazioni politiche conosciute”.
Il coordinamento ha preso il via a seguito della prima assemblea pubblica tenutasi il 17 settembre a Pizzone (Isernia). Stamattina il primo presidio spontaneo spontaneo presso il comune di Castel San Vincenzo, dove era in programma un incontro tra amministrazione comunale e tecnici dell’Enel per discutere il progetto. “Questi tentativi di Enel di fare ‘trattative’ comune per comune sono da respingere in quanto il territorio di un parco nazionale non può essere certo svilito sull’altare dei profitti miliardari di multinazionali”, specifica la nota. “Nei prossimi mesi verranno messe in campo azioni di lotta affinché enti ed istituzioni si esprimano fermamente affinché il progetto sia ritirato da Enel e comunque fermato qualora la società voglia insistere”.