Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha telefonato all’agente di Polizia penitenziaria aggredito oggi nel carcere di Sulmona da un detenuto che gli ha versato addosso dell’olio bollente.
“Gli ho fatto sentire la vicinanza dello Stato in un momento cosi’ difficile – scrive il Guardasigilli su Facebook – quanto accaduto non e’ accettabile perche’ chi fa semplicemente il suo dovere non puo’ essere sottoposto a tanti e continui rischi per la propria incolumita’. Da qui – conclude il ministro – bisogna partire: la sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria viene prima”.
Mentre “l’amministrazione penitenziaria deve intervenire e ancor prima di essa il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che ha in mano la responsabilità politica della gestione carceraria”.
A chiedere l’intervento del ministro è Mauro Nardella, responsabile della Camera sindacale territoriale Gran Sasso-Adriatico, dopo l’aggressione con olio bollente da parte di un detenuto avvenuta questa mattina nel carcere di Sulmona, ai danni di un agente di polizia penitenziaria. “Gli ospedali psichiatrici giudiziari sono stati chiusi troppo frettolosamente e senza alternative valide. Anche su questo si dovrà parecchio dibattere – sottolinea Nardella – ieri ci si augurava che non ci scappasse il morto prima di arrivare a vedere validi interventi da parte dell’amministrazione penitenziaria e del ministero della Giustizia. Oggi ci siamo andati molto vicini”. L’esponente sindacale conclude che le carenze di personale e l’accorpamento del Provveditorato penitenziario di Pescara con quello di Roma non facilitano il compito della polizia penitenziaria