Acquisizione teste e prove nella prima udienza in Corte d’Assise a Chieti per l’omicidio dell’architetto pescarese Walter Albi ed il ferimento grave dell’ex calciatore Luca Cavallito. Collegati dal Carcere di Pescara due dei tre imputati, Maurizio Longo e Cosimo Nobile.
Sarà un processo lungo e complicato quello che vede alla sbarra, in Corte d’Assise a Chieti, Cosimo Nobile, Maurizio Longo e Natale Ursino, presunto esecutore, complice e mandante dell’omicidio dell’architetto pescarese Walter Albi ed il ferimento grave dell’ex calciatore Luca Cavallito, il pomeriggio del primo agosto di due anni fa sulla Strada Parco a Pescara. Lungo perché, secondo il calendario consueto della Corte d’Assise, almeno in questa prima fase, non potrà essere fissata più di un’udienza al mese, si tornerà, infatti, in aula il 30 maggio alle 9.30. Complicato perché il giudice Guido Campli dovrà ascoltare un centinaio di teste, di cui una sessantina, da parte della Pubblica Accusa, rappresentata oggi dal Procuratore Capo di Pescara Giuseppe Bellelli e dal Sostituto Procuratore Andrea Di Giovanni, una quindicina da parte delle difese, ed altrettante convocate dalla Parte Civile. Intanto, pronti via, già piccole scaramucce tra le parti, su questioni meramente tecniche: un capo d’imputazione suppletivo, oltre a quello di omicidio volontario premeditato e tentato omicidio, di ricettazione, legato al furto e successivo utilizzo di due scooter e dell’arma usata per l’agguato:
“Una dimenticanza da parte della Procura – spiega Giancarlo De Marco legale di Maurizio Longo – per la quale, pur non opponendoci formalmente, abbiamo comunque chiesto, secondo i nostri diritti, i termini a difesa, visto che, in particolare, per quel che riguarda la pistola, ci sarà molto da dire in dibattimento se sia effettivamente quella l’arma del delitto oppure no.”
Altro confronto quello sull’ammissione di alcuni teste: dalla Procura perplessità su un’indicazione generica riguardante il teste N° 19, proposto da Cesare Placanica, avvocato di Natale Ursino, un tale emerso da alcune intercettazioni, non ancora identificato e rintracciato e dalle difese dubbi sulla convocazione, nella lista dei teste d’accusa, di un consulente del RIS di Roma, già sentito in sede di incidente probatorio:
“Si tratta di un perito del Ris già ascoltato dalle parti – spiega Luigi Peluso legale di Cosimo Nobile – e dunque in conflitto con il dibattimento in Corte d’Assise. Sarà un lungo processo dal finale tutt’altro che scontato – ribadisce Peluso – perché siamo assolutamente convinti dell’innocenza di Nobile”.
Dei quasi cento teste ammessi chiaramente tutto ruota intorno al teste principale, Luca Cavallito, unico sopravvissuto all’agguato:
“Siamo ben consapevoli dell’importanza della testimonianza di Luca Cavallito – precisa Sara D’Incecco legale di Parte Civile dell’ex calciatore – in quel drammatico e tragico pomeriggio di una cosa è certo e lo ribadirà davanti la Corte, la bocca dalla quale è uscita la frase “questo è per te e per i tuoi amici infami” era quella di Mimmo Nobile.”