L’udienza in Corte d’Assise a Chieti del processo per l’agguato sulla Strada Parco a Pescara, prevista per oggi, è stata rimandata al 16 aprile per alcune incomprensioni sul metodo di accertamento dell’analisi antropometrica sull’assassino dell’architetto pescarese Walter Albi.
Una dettagliata ordinanza di undici pagine nella quale si chiede un approfondimento al consulente della Pubblica Accusa riguardo all’analisi antropometrica sull’assassino dell’architetto pescarese Walter Albi, nell’agguato sulla Strada Parco a Pescara del primo agosto 2022 do ve fu gravemente ferito anche l’ex calciatore Luca Cavallitto, al centro di un confronto sul metodo che potrebbe essere tema principale della prossima udienza, prevista oggi, ma proprio per questa ragione differita al 16 aprile. In buona sostanza nell’ordinanza a firma del giudice estensore Luca De Niniis e del presidente Guido Campli, si chiedono chiarimenti citando uno studio del 2008 di Alberink & Bolch. Di rimando il consulente della Pubblica Accusa, il dirigente della Polizia Scientifica di Roma Giovanni Tessitore, già ascoltato nel dibattimento, fa notare che questo studio si basa su una posa statica e su un singolo fotogramma, mentre l’accertamento richiesto, per questo caso, è su un video e dunque su una posa in movimento e di conseguenza su più fotogrammi. Per questa ragione si ha bisogno di più tempo per giungere a conclusioni più dettagliate. L’approfondimento è stato chiesto dalla Corte perché nella prima consulenza si faceva riferimento a un’altezza di 173 centimetri, tre centimetri in meno o tre centimetri in più. Da un rilievo effettuato in carcere sul presunto assassino Cosimo Nobile, è emersa, invece, un’altezza di 178 centimetri. In sostanza una differenza di diversi centimetri che potrebbe risultare decisiva nell’individuazione di precise responsabilità a carico dell’imputato. Si discuterà molto su questo aspetto il prossimo 16 aprile e avranno molto da dire, a riguardo, le parti, sia il Pm Andrea Di Giovanni che gli avvocati difensori di Nobile, Massimo Galasso e Luigi Peluso. Proprio per questa ragione non è escluso, considerata la scrupolosità della Corte, già evidenziata, ad esempio, ieri, nell’udienza del processo per la morte di Alina Cozac, che si ricorra a una consulenza terza, consentendo, a quel punto, anche alla difesa di provvedere a una propria perizia.