Lo “sdijuno”, il pranzo abbondante delle 11 del mattino, è il segreto dell’Abruzzo per vivere cent’anni, se ne discute in un convegno nell’ambito di Agroalimenta in svolgimento a Lanciano Fiera.
Il Convegno di domenica 24 novembre si pone l’obiettivo di analizzare come la longevità si conquista e come un invecchiamento di successo si prepara negli anni. Tutto si basa sul concetto di “Dieta” e l’interpretazione del termine come “sano stile di vita”, seguendo le tradizioni tipiche dell’Abruzzo che legano il consumo di cibo ad un più generale concetto di “star bene”. È questo il concetto che Fiesa Confesercenti Regionale d’Abruzzo tende a divulgare nei sui numerosi incontri educazionali organizzati su tutto il territorio regionale.
Nell’incontro si parlerà del significato di alimentazione, profondamente cambiato nell’ultimo secolo. Infatti, oggi al cibo non si chiede solo di assolvere alla funzione nutrizionale, ma qualcosa in grado di allontanare la possibilità di ammalarsi. La nutrigenomica, ovvero la scienza che studia come il cibo interagisce col Dna per spegnere i geni legati alle malattie, insegna come è possibile “Guadagnare salute” con le scelte alimentari.
Tutto questo porta all’approfondimento di uno studio dei ricercatori dell’Università di Teramo che conferma un legame inconfutabile tra la longevità degli abruzzesi delle popolazioni rurali con la loro dieta. Per tradizione i contadini mangiavano in modo abbondante solo al mattinata. Questa ricerca universitaria conferma che è proprio lo sdijuno il segreto della lunga vita. Lo sdijuno, appunto, da secoli il pranzo estremamente abbondante di metà mattinata, il pasto portante dell’intera giornata.
Lo sdijuno, nella tradizione contadina, è il primo pasto abbondante della giornata. A questo seguiva al pasto frugale del tramonto, che si faceva intorno alle 18, e a una colazione minima delle 6. Lo sdijuno delle 11 del mattino garantiva all’organismo un periodo di digiuno di circa 14/16 ore, se non si tiene presente il piccolo pasto all’alba.
Nelle aree interne dell’Abruzzo c’è il più alto tasso di longevi ultranovantenni, soprattutto nelle aree dei Parchi del Gran Sasso e della Majella, nella Marsica, e hanno in comune la pratica dello sdijuno.
Il Convegno intende proprio approfondire lo studio dell’Università di Teramo, e approfondire le abitudini alimentari degli abruzzesi associate alle loro caratteristiche metaboliche.
Sono circa 150, su 305 totali, i comuni abruzzesi che vantano un tasso di longevità uguale o superiore a quello della Sardegna.
Secondo questo studio, lo sdijuno del mattino abruzzese è in linea con le più recenti evidenze scientifiche, che hanno rimarcato l’importanza di concentrare i pasti della giornata e soprattutto di limitare l’apporto calorico la sera, quando il metabolismo rallenta. Sulla base di queste premesse, lo sdijuno si profila come un modello alimentare peculiare, precursore delle recenti diete del digiuno.
I relatori, analizzando anche i fattori ambientali e genetici, della longevità abruzzese, avranno il compito di rimarcare la necessità della “Sana alimentazione” basata soprattutto sul “Sistema alimentare mediterraneo” fondato sulle abitudini e sui prodotti di qualità.
A tutto questo va aggiunto un pizzico di saggezza spontanea e innata delle genti d’Abruzzo