Al Tg8 il papà del 12enne aggredito a Villanova: “Aiutiamo questi ragazzi ad uscire dal vortice della noia e della violenza”

Parla al Tg8 il padre del ragazzino di Villanova di Cepagatti a cui hanno spezzato il braccio a seguito di un’aggressione. 12 anni la vittima, nemmeno 14 anni l’aggressore, ma ad inquietare di più il cinismo, l’indifferenza e l’invito all’omertà da parte di diversi adulti.

Un telefonino scagliato lontano e al primo tentativo di reazione una maldestra mossa di karate che provoca la frattura scomposta del gomito. Vittima un ragazzino di 12 anni, il bulletto un ragazzino, anche lui, 14 anni non ancora compiuti. Il tutto si è consumato l’altra sera in un parchetto lontano dal centro di Villanova di Cepagatti e dal Parco Centrale dove si riuniscono quotidianamente ragazzi e spesso i genitori.

Sull’accaduto stanno indagando i carabinieri di Cepagatti, ma gli aspetti ancora più inquietanti di questa vicenda sono l’indifferenza degli altri ragazzini presenti, mentre la vittima si lamentava dolorante a terra, e ancora più gravi, a seguito della diffusione della storia con tanto di foto su una pagina Facebook di Villanova, i commenti di numerosi adulti, in minoranza per fortuna, rispetto alla manifestazione di assoluta solidarietà al padre della piccola vittima, in cui si invitava sostanzialmente ad insabbiare l’accaduto, a lasciar perdere. Qualcuno, addirittura, ha accusato il papà di essersi inventato tutto:

“Sono ancora sotto choc – ci confida il papà del ragazzino – appena avvisato sono corso subito e mi sono trovato davanti una scena surreale, mio figlio dolorante per terra, e gli altri ragazzini seduti tranquilli sulla panchina a giocare con il telefonino o a ridere e scherzare. Ma l’aspetto più inquietante è quando ho deciso di denunciare pubblicamente su Facebook ciò che era accaduto, mi son sentito rivolgere insulti ed accuse di ogni tipo, che avrei dovuto farmi i fatti miei, sono stato accusato di aver chiamato i carabinieri, addirittura che sarei stato una sorta di “regista” per una gigantesca messa in scena. Ma che punti di riferimento hanno questi ragazzini? – dice ancora il papà – La mia intenzione non è fare del giovanissimo aggressore un mostro, tutt’altro, questi ragazzi vanno aiutati, bisogna farli uscire da questo assurdo vortice di noia e violenza, è chiaro che le istituzioni se ne devono fare carico, ma i loro genitori dove sono? Che esempio danno loro? Mio figlio ha ora un tutore e rischia un’operazione per ricomporre la frattura e vorrei che quello che gli è accaduto restasse per lui un brutto sogno da dimenticare al più presto”.

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Luca Pompei: