Anche in Abruzzo sciopero dei taxi dalle 8 alle 22

Un momento della manifestazione di protesta dei tassisti in Piazza Verdi all'esterno della sede dell'Antitrust, Roma, 4 maggio 2017. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Anche in Abruzzo oggi scioperano i taxi dalle 8 alle 22. Secondo i sindacati l’adesione allo sciopero nazionale è pressoché totale in tutta Italia

Ieri i sindacati hanno confermato l’astensione dal lavoro e la manifestazione a Piazza San Silvestro, a Roma, dalle 11 alle 17. Lo sciopero ha  messo d’accordo quasi tutte le sigle sindacali che auspicano “la partecipazione di tutta la categoria a difesa del proprio lavoro, per contrastare l’uso illegittimo delle autorizzazioni da noleggio e salvaguardare la propria autonomia e indipendenza dalla schiavitù di algoritmi e multinazionali”.

Lo sciopero è stato indetto dai sindacati di categoria Unica CGIL – FAST – UGL – UTI – TAM – CLAAI Unione Artigiani – SATaM – Or.S.A. Taxi – Uritaxi – ATLT – ATI Taxi – SITAN/Atn – USB Taxi – Unimpresa – Federtaxi CISAL.

Secondo le associazioni di consumatori invece si tratta di uno “sciopero inutile” che serve solo “a mantenere privilegi di casta”. Molti cittadini sottolineano inoltre il costo eccessivo di una corsa in taxi, un costo che in molti casi sarebbe superiore a quello che si paga in altri Paesi.

“I cittadini non avvertiranno alcuna differenza rispetto a qualsiasi altro giorno della settimana perché i taxi sono già abitualmente introvabili nelle principali città italiane”. Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, si tratta del “solito sciopero immotivato e preventivo per mantenere i privilegi di casta”. Per Assoutenti si tratta di uno “sciopero assurdo e immotivato”.

I tassisti, che sollecitano il governo a stabilire regole certe, cercheranno di spiegare le loro ragioni ai cittadini tramite la distribuzione di volantini.

“La nostra non è e non deve sembrare una difesa corporativa, scenderemo in piazza anche a tutela dell’utenza – sottolinea il responsabile nazionale di Ugl taxi, Alessandro Genovese – Oggi gli utenti possono contare infatti su tariffe certificate, domani, senza decreti attuativi adeguati e quindi senza regole, non è detto: se cresce la domanda di servizi taxi e ncc (noleggio con conducente) gli algoritmi delle multinazionali vanno alle stelle; in situazioni di emergenza o per calamità naturali i prezzi, come abbiamo visto, sono lievitati anche del 400%. A febbraio i ministri Urso e Salvini ci avevano convocato per definire i decreti attuativi adeguati, con l’impegno ad approvarli entro aprile. Ma alcuni incontri al Mise, dove è stato ricevuto il vice presidente di Uber Tony West, e alcune dichiarazioni ai question time ci hanno dato l’impressione che tutto sia fermo, mentre a causa delle multinazionali che operano nelle grandi città la deregolamentazione è sotto gli occhi di tutti”.

 Il coordinatore dell’Usb, Riccardo Cacchione, aggiunge:

“L’atteggiamento complessivo della maggioranza in questo ultimo periodo ha fatto scattare il nostro allarme: le interferenze che Uber ha imposto alla politica non sono una novità, e quindi quello che è a tutti gli effetti uno stop al confronto e un rimpallo tra diversi ministeri ci impone di andare direttamente al confronto con la presidente del Consiglio Meloni. Chiediamo con forza che la maggioranza concluda il confronto con la nostra categoria e chiediamo che i decreti attuativi adeguati, fermi da ormai 5 anni nei ministeri Sviluppo Economico e Trasporti, che definiscono le regole e vincoli a tutela del trasporto pubblico, vengano al più presto approvati”.

Il segretario nazionale di Cgil taxi, Nicola Di Giacobbe:

“Scioperiamo per chiedere al governo di scrivere e approvare decreti che servano ad attuare lo spirito della legge quadro di settore, non a capovolgerlo per accogliere le pressioni di chi vuole fare profitto con la mobilità. Per migliorare la disponibilità di taxi basterebbe applicare le leggi esistenti che “consentono da sempre alle amministrazioni l’emissione di nuove licenze”.