Anche Pescara si è unita al coro di città italiane che, sabato 19 ottobre, sono scese in piazza per protestare contro il disegno di legge numero 1660
Il ddl, come è noto, a settembre ha completato il proprio iter alla Camera con l’approvazione della maggioranza dei deputati e che al momento è fermo in Senato, dove inizierà a breve la discussione del suo testo, fino alla conseguente votazione. Il cosiddetto ddl sicurezza, primi firmatari Nordio, Crosetto e Piantedosi, esponenti dell’attuale governo Meloni, introduce quello che in molti definiscono lo stato di polizia in Italia, perché inasprisce le pene in maniera generalizzata contro chi protestare a diversi livelli, formulando nuovi reati ed estendendo sanzioni e aggravanti in alcuni casi per reati già esistenti.
La manifestazione è stata organizzata da Usb e Potere al Popolo, registrate le adesioni di alcuni partiti politici e associazioni territoriali.
«Il più grande e pericoloso attacco alla libertà di protesta nella storia repubblicana» è stato da più parti definito il ddl sulla sicurezza. Il dito è puntato soprattutto sul rapporto di natura “intimidativa” che viene stabilito da questo disegno di legge tra lo Stato e il cittadino, usando il mezzo penale come strumento per dirimere le controversie sociali.
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