Appalti truccati a Roma e in Abruzzo: 30 imprenditori indagati. Tra essi ci sono anche imprenditori abruzzesi che sono finiti nel mirino della magistratura con le accuse di turbata libertà degli incanti perché si sarebbero messi d’accordo per pilotare gare d’appalto.
Nell’elenco figurano gli appalti all’Ater di Roma e al Ministero delle infrastrutture , i lampioni di Cepagatti, appalto da cui è partita l’inchiesta coordinata dalla Procura di Pescara, fino ai lavori delle fogne dell’Aca, le case popolari dell’Ater di Chieti, una scuola a Montesilvano ed un edificio dell’Esercito Italiano.
Ci sarebbero collegamenti tra l’Abruzzo e Roma come accertato dagli investigatori dopo le rivelazione dell’ imprenditore aquilano Claudio D’Alessandro, arrestato il 4 dicembre del 2014 nel primo filone dell’inchiesta sul cantiere di Cepagatti . Imprenditori di Roma, di Pescara, Chieti ed Avezzano , nei confronti del quali la Procura pescarese ha chiesto il rinvio a giudizio, si mettevano d’accordo sui ribassi d’asta quando partecipavano a gare d’appalto degli enti pubblici , creando così un sistema che si basava su un patto di collaborazione tra imprese amiche tra loro.