Appello per il 32enne abruzzese condannato in Egitto

Appello dei Giovani Democratici di Pescara a non lasciare solo il 32enne abruzzese condannato in Egitto a 25 anni di reclusione

Da un anno e mezzo il giovane è detenuto nel Correctional and rehabilitation center di Badr, a nord del Cairo. L’accusa è di traffico internazionale di stupefacenti.

In una nota Claudio Mastrangelo, pescarese della Direzione Nazionale del Partito Democratico, e Saverio Gileno, segretario regionale dei Giovani Democratici, sono intervenuti sulla vicenda del giovane Luigi Giacomo Passeri, detenuto dal 2023 dopo essere stato trovato dalla polizia egiziana in possesso di pochi grammi di marijuana. Ieri per Passeri era arrivata la conferma a 25 anni di reclusione per traffico di droga.

«Esprimiamo la più viva preoccupazione per la condanna a 25 anni, confermata dai giudici egiziani, nei confronti del giovane cittadino italiano e nostro conterraneo abruzzese Luigi Giacomo Passeri. – scrivono gli esponenti dem – indipendentemente dal fatto che il nostro concittadino Passeri abbia commesso o meno il reato ascrittogli dalle autorità del Cairo, fatto sul quale pure nutriamo dei ragionevoli dubbi. 25 anni di reclusione per traffico di droga (reato punito in Italia con la reclusione da 2 a 6 anni) rappresentano una pena spropositata e inumana. Occorre ricordare inoltre che il trentaduenne pescarese ha più volte denunciato di aver subìto in questi due anni torture fisiche e psicologiche nelle carceri egiziane, attraverso lettere spedite ai suoi familiari, nella più totale latitanza delle autorità diplomatiche italiane.

In virtù di ciò invitiamo con la massima solerzia il Partito Democratico, la segretaria nazionale onorevole Elly Schlein, il responsabile esteri onorevole Giuseppe Provenzano e il tesoriere nazionale senatore Michele Fina, anch’egli abruzzese come Passeri, ad attivarsi presso la Farnesina, il Ministro Tajani e il Governo tutto affinché profondano ogni sforzo possibile per riportare in Italia questo nostro concittadino che si trova detenuto all’estero in condizioni disumane e contrarie alla nostra Costituzione e al comune buon senso internazionale.
Una grande Nazione come l’Italia non può lasciare solo nessun suo cittadino».