Questa mattina all’interno dell’Area Marina Protetta (AMP) “Torre di Cerrano” è stata rilevata la schiusa di uova di Tartaruga marina (Caretta caretta)
Un evento straordinario per l’Abruzzo che aveva registrato solo nel 2013, nel territorio di Roseto degli Abruzzi, una precedente nidificazione della specie.
Il nido, segnalato da un cittadino, è stato messo in sicurezza e attualmente è in atto un presidio grazie alla presenza del personale dell’AMP “Torre di Cerrano”, della Guardia costiera, delle forze dell’ordine e dei volontari del Centro Studi Cetacei e di tante altre Associazioni, come il WWF Abruzzo già presente sul campo.
È importante che, in questa fase ancora molto delicata, tutti facciano attenzione e non interferiscano con la messa in sicurezza dell’area.
Il WWF da sempre si batte perché l’area che oggi ospita l’AMP abbia le opportune tutele e le necessarie misure di salvaguardia. Anni fa venne siglato un protocollo d’intesa tra l’Associazione e il Comune di Pineto sul processo di protezione del territorio che promosse norme di conservazione specifiche, come la riduzione delle fonti luminose, proprio per proteggere le dune e dunque le specie animali, come il Fratino e la Tartaruga. Vedere oggi che quel tratto di litorale è protetto da apposite normative e della presenza dell’AMP “Torre di Cerrano” è una grande soddisfazione ed eventi come quello di oggi ricordano che la conservazione della natura è un processo che avviene con il tempo e con la costanza, ma che alla lunga dà i suoi frutti. La Caretta caretta è l’unica specie di tartaruga nidificante lungo le coste italiane. Dopo l’accoppiamento, che avviene in acqua, le femmine depongono le uova su una spiaggia tra maggio e agosto. Un nido contiene mediamente un centinaio di uova che si schiudono dopo un periodo di 45-70 giorni. I nuovi nati iniziano la fase di vita in mare e torneranno sulla terra ferma solo dopo 30 anni per riprodursi.
È una specie considerata “in pericolo” nel nostro Paese: è minacciata dalle attività umane, in quanto sensibile al disturbo del turismo nelle aree di riproduzione, all’inquinamento, in particolare della plastica e soffre della pesca accidentale. Si stima che ogni anno circa 150mila tartarughe marine finiscano catturate accidentalmente dagli attrezzi da pesca nel Mediterraneo e che di queste oltre 40.000 muoiano.