Arta Abruzzo, si chiama “Nose” l’app per monitorare l’ambiente

Il cittadino abruzzese sarà coinvolto direttamente nella cura e nel monitoraggio dell’ambiente grazie a Nose, un’applicazione di cui si doterà a breve l’Arta, si è ora in fase progettuale.

Con questa app gratuita e georeferenziata sul proprio telefonino i cittadini potranno segnalare in tempo reale, in modo anonimo, i miasmi avvertiti sul territorio. L’Abruzzo sarà così la seconda regione, dopo la Sicilia, a dotarsi di questo strumento grazie ad un gemellaggio tra l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente con Arpa Sicilia, agenzia all’avanguardia in Europa nelle attività di campionamento delle emissioni odorigene. Il protocollo di intesa è stato firmato nei giorni scorsi.

Sarà un’applicazione all’avanguardia e anche il ruolo dell’Arta ne uscirà arricchito, non più semplice strumento di controllo ma ente che risponde con efficacia alle istanze dei cittadini. Uno strumento rivoluzionario per il direttore generale Maurizio Dionisio. In Sicilia l’applicazione è già funzionante dal 2019 e nella sola area di Siracusa è stata scaricata da oltre sei mila persone.

Con l’app si potranno selezionare tre campi: il tipo di odore percepito, l’intensità del miasma e l’eventuale tipologia di malessere avvertito. L’agenzia, in tal modo, potrà processare tutte le informazioni e realizzare una rete di monitoraggio su tutto il territorio regionale che permetterà di individuare la sorgente emissiva ed analizzare l’eventuale nocività delle molestie olfattive.

Il direttore tecnico dell’Arta Massimo Giusti ha spiegato che inizialmente si partirà con una fase sperimentale che sarà avviata nei punti più critici della Regione, probabilmente uno a provincia

“Questa applicazione, che usa una tecnologia progressive web-app accessibile tramite browser, innescherà automaticamente i campionatori che l’Agenzia posizionerà nei punti nevralgici individuati sulla scorta dei dati acquisiti. Si tratta del primo modello di citizen science sperimentato in Abruzzo  a difesa del territorio e dei cittadini che lo abitano”.

 

Fabio Lussoso: