L’anomalo inquinamento atmosferico, registrato nei giorni scorsi dalle centraline dell’ARTA, sarebbe stato la conseguenza di alcune sacche di sabbia provenienti dal Sahara. Sull’argomento è intervenuto il Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Pescara Ivo Petrelli.
“L’aumento anomalo del livello delle polveri sottili su Pescara, il Pm 2,5, registrato nei giorni scorsi dalle nostre centraline, è stato determinato dall’arrivo di sacche di sabbia provenienti dal Sahara e che, fermate dalle Alpi, sono rimbalzate sulla Pianura Padana, e sul litorale adriatico arrivando nella nostra città”.
“Lo ha rivelato oggi il Direttore generale dell’Arta, l’avvocato Maurizio Dionisio, che ha eseguito uno studio sul fenomeno che, secondo i modelli elaborati dalla Cetemps, potrebbe ripetersi in queste ore, senza causare alcun danno alla popolazione. In altre parole, i livelli delle polveri si alzano, ma non costituiscono un particolato pericoloso. Piuttosto ora si sta verificando se quel particolato possa essere un ‘trasportatore’, un vettore, di altre sostanze, queste ultime invece pericolose per il genere umano, fatta eccezione per il Covid-19, le cui particelle liquide sarebbero comunque più pesanti del Pm 2,5, e quindi non si riuscirebbero a legare o ad agganciare”.
Lo ha detto il Presidente della Commissione Ambiente Ivo Petrelli al termine della seduta della Commissione che ha visto la presenza del Direttore dell’Arta, l’avvocato Dionisio per fare il punto della situazione inquinamento atmosferico a Pescara.
“Abbiamo ritenuto necessario chiedere un incontro con l’Arta dopo che nei giorni scorsi è stato lanciato l’allarme circa la presenza anomala di livelli elevati delle polveri sottili, registrata dalle nostre centraline, una presenza imprevista e incomprensibile visto il ridotto volume di auto in circolazione, causa Covid-19 e zona rossa – ha ricordato il Presidente Petrelli -, e soprattutto abbiamo necessità di una interpretazione autentica nella lettura di quei dati. Il Direttore dell’Arta Dionisio ha confermato i picchi dei giorni scorsi e ha ufficializzato di aver avviato un approfondimento grazie ai modelli matematici offerti dalla società Cetemps che consentono anche di prevedere il verificarsi di determinate condizioni atmosferiche tenendo conto di una molteplicità di fattori ambientali, a partire dalla situazione meteorologica e climatica. L’approfondimento condotto ha permesso di verificare che l’innalzamento dei livelli di polveri sottili Pm 2,5 era cominciato già il 18 febbraio scorso, quando delle grandi sacche aeree provenienti dal Sahara viaggiavano lungo il Tirreno a 5-6mila metri di quota, e quelle sacche ovviamente trasportavano sabbia desertica. Le sacche, arrivando a nord, sono finite contro le Alpi che hanno costituito una barriera naturale che ha impedito loro di andare oltre confine verso l’Austria, e piuttosto le ha rimbalzate facendole riscendere verso la Pianura Padana, finendo lungo l’Adriatico e quindi in Abruzzo. E lo stesso fenomeno verificatosi a Pescara si è registrato, identico, in Emilia Romagna”.
“Non solo: secondo gli ulteriori studi ancora condotti dalla Cetemps, lo stesso fenomeno si potrebbe ripetere già nelle prossime ore, a partire da oggi. Scontata la domanda circa la pericolosità per la salute della popolazione di tale fenomeno e di quel particolato costituito da sabbia, e il Direttore Dionisio ha dato una duplice risposta, ovvero: da un lato il particolato sabbioso, in sé, essendo un fenomeno naturale, fa parte della vita del genere umano e storicamente non ha mai dato luogo a condizioni di rischio. Dall’altro lato, però, quello stesso particolato agisce come ‘vettore’, ovvero è un trasportatore in atmosfera di qualsivoglia altra sostanza e quindi, in questo particolare momento di emergenza sanitaria e di pandemia, si potrebbe per assurdo ipotizzare che possa portare anche sostanze legate al virus. In realtà il particolato Pm 2,5 è molto sottile e l’Arta dunque si sente di escludere che possa trasportare il Covid-19 le cui particelle liquide hanno un peso maggiore, dunque non si ritiene, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, che il particolato Pm 2,5 possa trasportare il Covid, però potrebbe trasportare sicuramente altre sostanze. Su tale circostanza abbiamo allora chiesto all’Arta di effettuare una verifica, seppur giocando sulle ipotesi, se l’aumento del particolato Pm 2,5, determinato dalla sacche sahariane, sia coinciso con l’aumento dei casi di Covid-19 nella nostra città, e il Direttore Dionisio ha in realtà rivelato di aver già avuto contatti con il mondo universitario-sanitario per verificare, in maniera scientificamente certa, l’esistenza o meno di una eventuale correlazione tra il fenomeno delle polveri e l’estensione del contagio, anche per mettere i dati a disposizione della comunità medico-scientifica che comunque sa di trovarsi ancora di fronte un virus nuovo ancora tutto da scoprire, anche sulle possibili modalità di diffusione del contagio. Ovviamente – ha aggiunto il Presidente Petrelli – resta che, nella valutazione dei valori delle polveri, una percentuale continua a essere determinata dalla combustione degli impianti termici, ma, grazie agli approfondimenti condotti, l’Arta ritiene si possa tranquillizzare la popolazione sulla qualità dell’aria a Pescara che al momento è assolutamente accettabile. Ovviamente continueremo a monitorare la situazione, sia sotto il profilo ambientale che quello sanitario”.