Atessa-Lanciano: presa la banda dei colpi a bar e tabacchi. Gli arrestati ‘traditi’ dall’auto usata

I carabinieri delle Compagnie di Lanciano e Atessa hanno eseguito nuove ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di due pregiudicati, chiudendo così il cerchio su una serie rapine avvenute nel mese di gennaio tra Lanciano, Atessa, Santa Maria Imbaro e Fossacesia.

Si tratta di due italiani di 55 anni e 39 anni, B.G. di 39 anni e R.M. di 55 anni, identificati e quindi arrestati poiché ritenuti gli autori materiali delle rapine messe a segno il 6 gennaio 2022 alla paninoteca Ai Viali di Atessa e ad una tabaccheria di Santa Maria Imbaro. Poco più di una settimana più tardi un altro colpo, stavolta ai danni di un noto panificio a Fossacesia.

Due rapine identiche per modalità di esecuzione che avevano da subito fatto ipotizzare che ad agire fosse stata sempre la stessa banda: i militari avevano intuito che potesse trattarsi di criminali del posto e non arrivati: matrice comune l’appartenenza al mondo degli stupefacenti. Insomma, non rapinatori di professione ma all’occorrenza.

Fondamentali sono state le immagini estrapolate da alcune telecamere di videosorveglianza nei pressi dei locali colpiti: nonostante entrambi i rapinatori avessero agito a volto coperto, con cappellino, mascherina e guanti, a tradirli è stata l’auto utilizzata per la rapina. Non un’auto rubata, bensì la macchina di proprietà di uno dei due. A poco è servito non far inquadrare la targa del veicolo dalla telecamera di videosorveglianza del locale: alcuni particolari come il suo colore, poco frequente per quel tipo di modello, un celestino carta da zucchero, un fanale non funzionante e un’ammaccatura alla carrozzeria hanno permesso di giungere in meno di due giorni dalla rapina alla paninoteca di Atessa all’identificazione di uno dei rapinatori, il proprietario del veicolo. Scattati a quel punto i pedinamenti, giorno e notte, che hanno portato i carabinieri dritti dritti al secondo rapinatore.

E’ proprio grazie ai pedinamenti che è stato possibile l’arresto in flagranza di reato dei due rapinatori il 14 gennaio scorso, nel momento in cui hanno tentato un nuovo colpo al panificio Susi di Fossacesia. In quell’occasione sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Atessa e accompagnati nel carcere di Pesaro, dove sono attualmente detenuti. Le prove raccolte durante l’attività investigativa e successivamente in sede di perquisizione domiciliare, in particolare gli abiti utilizzati per il travisamento, hanno permesso agli inquirenti di fornire all’Autorità giudiziaria inconfutabili elementi probatori sufficienti per l’applicazione delle due misure restrittive in carcere.

Dalle indagini dei carabinieri di Lanciano, agli ordini del tenente colonnello Vincenzo Orlando, è emerso che uno dei due rapinatori, B.G di 39 anni, sarebbe autore di altri colpi avvenuti a Lanciano. Il primo il 3 gennaio 2021 nella tabaccheria di Villa Andreoli, quando B.G. con un complice e con il volto nascosto da sciarpe e caschi aveva minacciato con una pistola il figlio del titolare facendosi consegnare circa 1.200 euro. Il secondo il 10 gennaio 2022, a Viale Cappuccini, dove, sempre travisato con cappuccio e mascherina, aveva agito in solitaria tentando di farsi consegnare l’incasso e minacciando con la pistola il titolare che lo aveva anche inseguito a piedi durante la fuga. E non solo. Un terzo colpo sarebbe stato commesso la sera del 3 gennaio 2022, quindi qualche ora dopo la rapina commessa a Villa Andreoli, al Bia Bar. In quell’occasione un uomo, sempre con cappuccio e mascherina e minacciando con una pistola il titolare, si era fatto consegnare la somma di 950 euro, fuggendo e facendo perdere le proprie tracce. Grazie alle telecamere di sorveglianze i militari hanno stabilito che si trattava sempre di B.G. “in virtù del rilevamento delle stesse fattezze fisiche, dello stesso atteggiamento e portamento e dello stesso abbigliamento indossato, con particolare riferimento al tipo di scarpe, al pantalone della tuta, al fazzoletto indossato al collo”, si legge nella nota diffusa dai carabinieri.

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Barbara Orsini: