Nuova sospensione dell’attività lavorativa alla Fca Italy, già Sevel, di Atessa per mancanza di componenti per l’allestimento dei furgoni Ducato. L’azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali oggi lo stop produttivo per 4 giorni, a partire dalle 22.15 di domani, mercoledì 15 febbraio, fino alle 5.45 di sabato 18 febbraio
Questi turni di lavoro persi saranno considerati dalla direzione aziendale recuperi produttivi. Il reparto di CKD della Lastratura lavora regolarmente. Della ex Sevel si è parlato stamani a Roma, al Mise, nell’incontro tra il ministro Adolfo D’Urso, Stellantis e sindacati.
“L’azienda oltre ad aver chiesto finanziamenti non è entrata nello specifico del piano industriale – dice Alfredo Fegatelli, segretario provinciale della Fiom Cgil di Chieti -. Rispetto a Sevel, pur dichiarando la centralità dello stabilimento, non hanno fatto riferimento a investimenti o a nuovi modelli. Hanno parlato dell’accordo con Toyota senza quantificare di quanti furgoni parliamo e i volumi che questo accordo produrrà, tanto meno se le produzioni eventualmente previste saranno destinate anche allo stabilimento di Gliwice, mai menzionato nella discussione da parte dell’azienda. Nella discussione è emersa l’intenzione dell’azienda di proseguire con il processo di internalizzazione delle attività, questa attività metterà ulteriormente in difficoltà le aziende dell’indotto. Durante
l’incontro è arrivata la notizia della fermata dello stabilimento di Atessa Sevel, dimostrando di nuovo la non capacità di programmazione da parte del gruppo. Questa situazione si ripercuote negativamente sulle aziende dell’indotto e clienti”.
Quanto alla Uilm, il segretario generale Rocco Palombella e quello nazionale Gianluca Ficco sostengono: “Spendere bene le risorse e avere un confronto continuativo per fronteggiare il passaggio all’elettrico. Ad Atessa si conferma la piattaforma del Ducato, che si gioverà anche degli accordi con Opel e con Toyota. A Stellantis chiediamo di procedere con tutti i lanci programmati fino alla completa saturazione delle fabbriche”.