Si ripropone il ritardo dei rifornimenti dall’Asia della componentistica alla Honda Italia di Atessa, costretta a rallentare la produzione di moto. “Lo stabilimento va a gonfie vele ed è necessario ripristinare una filiera a km zero – denuncia il segretario della Uilm Chieti-Pescara, Nicola Manzi.
“Lo stabilimento Honda è in piena attività produttiva. Siamo nel periodo di alta stagione, quando l’unico stabilimento europeo del prestigioso marchio giapponese riesce ad impiegare circa 900 dipendenti sui 400 abituali nella bassa stagione. Le prospettive, nonostante il perdurare della pandemia da Covid-19, sono buone. Dopo aver chiuso l’anno fiscale con una produzione di 110mila moto, per il 2021 si riparte con una previsione di almeno 80mila unità. Tutto bene, verrebbe da dire. Ma non è così. Con il Covid purtroppo – aggiunge Manzi – il trasporto della componentistica dai Paesi asiatici comincia a scarseggiare. Honda Atessa deve ordinare i pezzi necessari alla produzione almeno due mesi prima, ma nonostante questo i rifornimenti sono molto lenti. Questo perché si attende che le navi cargo vengano caricate al massimo prima di partire. Il risultato è che Honda è costretta a rallentamenti produttivi, in questo periodo del tutto innaturali per uno stabilimento finalmente uscito dalle sacche della crisi e che dopo anni di sacrifici può definirsi uno dei migliori al mondo per qualità della produzione. Non è pensabile – conclude il segretario Uilm – che, a fronte di migliaia di richieste da tutta Europa, lo stabilimento debba rallentare a causa di questa organizzazione che rischia di mettere in crisi il mercato attuale”.