Aumento Irpef Abruzzo: bandiere e proteste davanti all’Emiciclo

L’Aquila: piazza affollata alla protesta indetta dai sindacati davanti all’Emiciclo contro aumento Irpef in Abruzzo. Terminato il consiglio regionale, spostato nella sala Ipogeo

Il consiglio alla fine ha votato la legge con gli emendamenti della maggioranza, le opposizioni sono rimaste nell’aula consiliare e non hanno partecipato.
Queste le nuove aliquote addizionali IRPEF: la prima aliquota passa da 1,63 a 1,67, la seconda diminuisce da 3,23 a 2,87 e la terza aliquota è a 3,33.

Dall’aula consiliare, occupata stamane dall’opposizione, nel pomeriggio la protesta contro la rimodulazione dell’Irpef si è spostata in piazza, davanti al palazzo dell’Emiciclo dell’Aquila, dove successivamente molti manifestanti sono poi riusciti ad entrare. Il consiglio regionale, a causa dell’occupazione dell’aula da parte delle opposizioni, è stato spostato nella sala Ipogeo. Diverse le adesioni alla protesta.

Centinaia di manifestanti sono entrati nella sala del Consiglio regionale dell’Abruzzo, occupato questa mattina dalle forze di opposizione. Con cori, slogan e richieste di dimissioni al presidente della Regione, Marco Marsilio, così come ad altri membri della Giunta, prosegue la protesta contro gli aumenti Irpef in discussione oggi.
Dopo una timida resistenza da parte degli usceri, molte persone sono state lasciate entrare in aula, dove sono schierati vari consiglieri di opposizione che hanno fatto partire un grido “Dimissioni, dimissioni”.

Poco prima, la piazza antistante l’Emiciclo si era riempita progressivamente. Presenti varie
sigle sindacali, cittadini, associazioni di categoria ed esponenti politici legati ai movimenti di opposizione. I consiglieri comunali di minoranza al Comune dell’Aquila sono arrivati con un lungo striscione con scritto “La destra delle tasse”.

 

Tante le bandiere che sventolano, non solo quelle dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ma anche dei vari partiti che compongono la coalizione Patto per l’Abruzzo.

 

 

 

La piazza intona Bella Ciao e mostra cartelli di protesta simili a quelli comparsi negli ultimi giorni, sia nell’aula consiliare che nelle commissioni.

Diversi manifestanti sono entrati in Regione con bandiere e cartelli.

 

 

 

 

 

 

“Vogliamo bloccare questa seduta perché non vogliamo accettare le tasse al massimo e i servizi al minimo. – ha detto Luciano D’Amico, del Patto per l’Abruzzo – Noi vogliamo dimostrare agli abruzzesi che un altro modo è possibile”.

Presentata  in modo formale la richiesta di non mettere ai voti l’aumento delle tasse. Il consiglio si tiene nella sala ipogea, ma i manifestanti hanno detto che resteranno nella sala consiliare.

“Non vogliamo partecipare al consiglio nella Sala Ipogea. – ha detto Luciano D’Amico a nome dell’opposizione in Consiglio regionale – Scegliamo di restare qui per due ragioni: primo perché la Sala Ipogea è presidiata dalle forze dell’ordine e non vogliamo metterci contro altri lavoratori come noi. Secondo, perché è importante legittimare la protesta di tutte queste persone che sono qui oggi”. Solo una delegazione, guidata dal consigliere Pd Pierpaolo Pietrucci, ha raggiunto la Sala Ipogea.

Lo scenario di oggi ha creato ulteriori polemiche e tensioni tra maggioranza e opposizioni, con i due
poli ancora più distanti. Volano anche accuse reciproche, a partire da quelle di violenza nei confronti delle forze dell’ordine da parte dei manifestanti, pronunciate dal centrodestra, mentre il
centrosinistra ha sostenuto che nessuna violenza c’è stata e nessuno si è fatto male.

“C’è stata una piccola forzatura per entrare dalla porta principale senza nessuna conseguenza – ha spiegato il capogruppo del M5S, Francesco Taglieri -, la vergogna vera è che la maggioranza non ha voluto il confronto dicendo le bugie sulle audizioni che abbiamo voluto noi, la realtà è che sono andati a fare il Consiglio in un altra sala violando gravemente il regolamento”.

La dichiarazione dei consiglieri regionali di opposizione di Pd, M5S, AVS, Riformisti e Azione e della lista civica Abruzzo Insieme che con Luciano D’Amico compongono il Patto per l’Abruzzo

“Non si può chiedere agli abruzzesi l’ennesimo sacrificio per coprire i costi di una sanità al collasso nel mentre si spendono i fondi della Regione Abruzzo senza criterio e senza alcuna programmazione. La propaganda di Marsilio e della sua Giunta è a fine corsa. Dopo la grande manifestazione di oggi ribadiamo la richiesta di dimissioni, per manifesta incapacità della destra che governano l’Abruzzo”.

La nota di Daniele Marinelli, segretario regionale Pd Abruzzo, Michele Fina, senatore del Pd,
Luciano D’Alfonso, deputato del Pd:

“La protesta pacifica e democratica di tante e tanti abruzzesi ha costretto la destra a riunirsi alla chetichella nel chiuso di un bunker per tassare e tartassare i cittadini. Una protesta civile, pacifica e democratica, da parte di persone perbene, che oggi a L’Aquila hanno fatto sentire il loro “no” a una politica fatta di lustrini e belletti ma priva di qualsiasi ancoraggio alla realtà, una politica che offre una sanità disastrata e ne fa pagare il conto a tutti aumentando l’Irpef. Lavoratrici e lavoratori, pensionati, giovani e sindaci con le fasce tricolori hanno gridato la propria contrarietà a questo modus operandi, dicendo basta alle leggi mancia, agli allenamenti del Napoli a spese del contribuente, ai festival trasformati in passerelle per i politici che li finanziano e alle sagre da strapaese. È surreale sentire alcuni membri della destra regionale parlare di squadrismo e di presunte violenze. Si vergognino, e quando parlano di squadrismo piuttosto guardino bene dentro l’album della loro famiglia politica. Dopo 6 anni di nulla, ora mettono le mani in tasca agli abruzzesi. Marsilio e i suoi amici hanno fallito. Si dimettano”.

LE REAZIONI DELLA MAGGIORANZA

La maggioranza di centrodestra che governa l’Abruzzo ha preparato un maxi emendamento
unico in cui saranno calate le istanze di Lega, Fi e anche Fratelli d’Italia. Il testo aumenterà l’addizionale Irpef a scaglioni di reddito e subirà cambiamenti rispetto al testo approvato dalla Giunta regionale. Secondo quanto si è appreso, oltre a una azione di riforma strutturale, gli aumenti delle aliquote saranno ritoccate al ribasso.

Danno d’immagine al consiglio regionale e violenze contro le forze dell’ordine: è l’accusa che il centrodestra in Abruzzo rivolge all’opposizione che ha occupato l’aula del consiglio.
A parlare di violenze è il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri, di Fi, mentre il capogruppo del partito Emiliano Di Matteo sottolinea: “gli ultras e reduci di Bella Ciao che hanno invaso la sala Spagnoli intitolata ad una vittima del terremoto hanno causato un danno di immagine al Consiglio che dobbiamo cecare di recuperare. Le opposizioni hanno preferito la bufera al posto del confronto. Questo è un provvedimento necessario per riportare i conti in ordine, quei conti per i quali le tasse erano al massimo”.

Duri tutti i commenti della maggioranza. Di seguito le parole del presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri:

“Due ore che assistiamo a ciò che ha travalicato la legittimità. La nostra aula è stata occupata forzando con violenza ingresso. Agenti spintonati e travolti. La forza pubblica e la polizia possono accedere solo su mia richiesta e con mio permesso presso la sala consiliare. Mi dispiace che un simbolo di democrazia sia stato conquistato con arroganza e violenza, ho pensato che fosse corretto non dare l’opportunità a qualcuno animato da altri valori di ricercare incidente a tutti i costi e dunque ho ai sensi del regolamento art. 161 ho inviato a tutti i consiglieri una mail per convocare il consiglio nella sala ipogea. I consiglieri di opposizione rimarranno lì a non esercitare il loro ruolo, ne prendiamo atto e andiamo avanti col lavoro del consiglio regionale”.

Il senatore abruzzese di Fratelli d’Italia Etelwardo Sigismondi:

“Il Consiglio regionale è l’organo della rappresentanza democratica della Regione, recita l’articolo 13 dello Statuto regionale. Quanto accaduto oggi nel Palazzo dell’Emiciclo a L’Aquila, rappresenta, purtroppo, una grave violazione di questi principi. La manifestazione organizzata dalle opposizioni, sfociata nell’occupazione della Sala del Consiglio regionale, ha evidenziato un atteggiamento profondamente antidemocratico da parte della sinistra che, priva di proposte concrete per l’Abruzzo, ha scelto di sottrarsi al confronto e al dibattito istituzionale. Un assalto in stile squadrismo rosso: l’ingresso dell’aula è stato forzato e il personale addetto alla sicurezza spintonato. Azioni di questo tipo offendono le istituzioni e tradiscono lo spirito del confronto democratico. Chi crede nel valore delle regole e nella dialettica politica non può che condannare con fermezza simili comportamenti”.

Durante il suo intervento, il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, commentando l’accaduto ha detto:

“A parti inverse saremo già in galera noi. Qualcuno dovrà pagare, nulla dovrà rimanere impunito. Solidarietà ai dipendenti della Regione vittime di violenza. Qualcuno dovrà pagare dinanzi ai tribunali. Da oggi cambieranno gli approcci, nessuno di noi si è mai sottratto al confronto. Ringrazio la maggioranza per questo esercizio di stile, questo distingue le persone serie e realmente democratiche”.

Marsilio ha rivendicato l’operazione di ascolto messa in atto dalla Regione sulla materia oggetto del contendere, ossia la rimodulazione dell’addizionale Irpef in Abruzzo:

“Una manovra che produce come risultato il portare, a quasi i tre quarti degli abruzzesi, un risparmio sul prelievo fiscale. Il problema delle finanze pubbliche riguarda tutto il Paese, anche le regioni modello. C’è un incremento della domanda di salute che riguarda tutta l’Italia. Non è facile stare dietro a questa crescita, ma noi abbiamo l’orgoglio di dire che i risultati oggi sono migliori di prima. Stiamo ponendo le basi per la risoluzione del problema”.

Marsilio non risparmia “alcuni giornalisti” che strumentalizzano i numeri e i luoghi comuni per fare da megafono a qualche partito.

A proposito delle percentuale degli abruzzesi che non si curano, citata dalla minoranza, Marsilio parla di “leggende”.

“Non c’è nessuna emergenza abruzzese, è un dato che sta in tutta Italia, è un problema che dobbiamo affrontare, ma dobbiamo anche respingere chi dice che ieri, quando governava il centrosinistra, tutti si curavano e non esistevano le liste d’attesa. Se stiamo chiedendo questo sacrificio agli abruzzesi è perché vogliamo andando avanti con il nostro programma”.

Marsilio ha definito i manifestanti “teppa rossa, sobillati da sindacati che a fronte del risparmio fiscale per tre quarti degli Abruzzesi, difendono quella piccola parte che pagherà poco di più e che in altri tempi avrebbero definito padroni”.

Sulla questione tasse, il presidente ha detto di non avere mai avuto dubbi che si sarebbe trovata la quadra. Qualche stoccata anche a Luciano D’Amico, che “da mite agnello si è trasformato”, dice.

Al termine della lunga disanima del presidente Marsilio sull’operato generale della sua Giunta, il Consiglio regionale ha chiuso i lavori approvando gli emendamenti presentati dalla stessa maggioranza.