La Regione Abruzzo ha diffidato la Burgo di Avezzano a seguito di diverse criticità ambientali rilevate dagli organi di controllo. Tra queste il superamento dei limiti di legge, per vari parametri, nei reflui e diverse criticità gestionali nel ciclo produttivo.
E’ l’H2O a spiegare i passaggi della vicenda. La Regione, competente per l’Autorizzazione Integrata Ambientale, si è attivata dopo aver letto la relazione del controllo straordinario ARTA trasmessa lo scorso 07/09/2020 per la verifica, in particolare, del corretto funzionamento dell’impianto di depurazione, verifica, che come si legge nel provvedimento “si è resa necessaria a seguito di segnalazioni di molestia olfattiva da parte delle maestranze di attività produttive vicine allo stabilimento (Lfoundry) e segnalazioni di ricorrenti fenomeni di inquinamento sul fiume Liri”.
In occasione del sopralluogo, si legge nel provvedimento “si sono riscontrate alcune criticità nella gestione dell’impianto e specificatamente: presenza diffusa sui piazzali di frammenti di carta trasportata dal vento; raccolta a terra del materiale grossolano in uscita dalla sezione di grigliatura dell’impianto di depurazione, liberamente esposto all’azione eolica; posizionamento scorretto di serbatoi di liquidi pericolosi sulle apposite vasche di contenimento; cattivo odore ed evidente formazione di schiume sulle vasche dell’impianto di depurazione; sezioni impiantistiche invase da vegetazione. Inoltre l’ARTA ha segnalato che “a seguito di modifica non sostanziale dell’impianto per riconversione di produzione come da E.T.D. del 12/06/2017 sono state concesse concentrazioni allo scarico più elevate nell’ipotesi di una riduzione di portata annua a 2.700.000 mc/anno. Tale valore equivale ad uno scarico quasi stazionario di circa 7400 mc/g equivalenti a 308 mc/h. Le portate misurate dal Gestore nel periodo indicato in tabella sono mediamente maggiori di quelle previste del 12 %. Ciò significa che lo stabilimento oltre a non rispettare i VLE (valori limite di emissione, ndr) ha una portata allo scarico il cui trend potrebbe comportare il superamento del valore autorizzato”.
La Regione ha quindi diffidato l’azienda a rientrare nei limiti di legge e a rispettare alcune prescrizioni. “Tra l’altro in questi anni – prosegue l’H2O- nelle acque sotterranee del sito industriale sono stati rilevati diversi superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione per diverse sostanze, tra cui metalli pesanti come Nichel, Manganese, Ferro, Piombo, e solventi come Tetracloroetilene e Tricloroetilene. L’azienda ha dichiarato di non essere responsabile di tali superamenti. Su quest’ultima vicenda è in corso un accesso agli atti da parte del Forum H2O che sta cercando di chiarire se e come sono stati fatti interventi in questi anni, a partire dall’attuazione delle misure, obbligatorie per legge, di prevenzione atte a minimizzare e prevenire il ripetersi di tali eventi nonché se sono state seguite tutte le procedure di legge atte a individuare il responsabile della contaminazione e attuare le attività di bonifica. Su questo aspetto, il Forum H2O sta studiando la documentazione parziale finora pervenuta ed è in attesa di altra documentazione da parte degli enti coinvolti.