I finanzieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno hanno eseguito due misure cautelari personali in carcere nei confronti di un avvocato e di un imprenditore.
I due si sono resi responsabili di molteplici condotte delittuose, tra cui truffa, riciclaggio, autoriciclaggio e falso materiale. Nella mattinata di venerdì scorso è stata eseguita un’ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di un avvocato del foro di Ascoli Piceno e di un commerciante ascolano in relazione alle ipotesi di reato di autoriciclaggio di somme provenienti da una serie di truffe pluriaggravate realizzate dall’avvocato in concorso con altri soggetti mediante falsificazione di provvedimenti e atti giudiziari nell’ambito dei rapporti di assistenza difensiva in procedimenti civili, per un importo complessivo di 200mila euro.
Presso la Procura di Ascoli sono state presentate diverse denunce querele di persone che si ritenevano truffate dal loro difensore in procedimenti civili e che, sulla base di accordi transattivi con le controparti risultati falsi e di provvedimenti dei Tribunali di Ascoli Piceno, Fermo e Teramo risultati anch’essi falsi, avevano effettuato pagamenti di ingenti somme ritenendole destinate ai propri creditori, pagamenti che invece erano stati incassati da altri soggetti; parallelamente dai Tribunali di Ascoli Piceno e Teramo giungevano analoghe comunicazioni relative a riscontri di falsi documentali riferibili al medesimo avvocato.
Le complesse attività di indagine hanno consentito di delineare un quadro indiziario che è stato ritenuto solido e grave tale da giustificare la richiesta di misura cautelare a carico dell’Avvocato e di un commerciante ascolano ritenendo esservi il concreto e attuale pericolo di ripetizione di ulteriori analoghi reati e per la completa e genuina acquisizione della prova; è stata quindi applicata dal Giudice per le Indagini Preliminari la misura carceraria in relazione al pericolo di inquinamento probatorio con termine di 30 giorni e la misura degli arresti domiciliari per il pericolo di reiterazione dei reati alla scadenza della misura carceraria.
Queste, in sintesi, le condotte ipotizzate sulla base degli elementi raccolti e vagliati nel provvedimento di custodia cautelare: le truffe ai danni dei propri clienti venivano realizzate dal difensore attraverso la formazione di falsi accordi transattivi fatti sottoscrivere dai propri clienti nell’ambito di procedimenti civili relativi a recupero crediti, pignoramenti immobiliari, procedure rilascio immobile…., in tali accordi -in realtà non sottoscritti dalla controparte del procedimento civile, non inseriti agli atti del procedimento e non conosciuti dal Giudice- si prevedeva il versamento a favore di società costituite allo scopo da soggetti ulteriori (anch’essi sottoposti ad indagine per concorso nelle truffe pluriaggravate e nei successivi autoriciclaggi e riciclaggi del profitto delle truffe) di somme anche ingenti; tali società avevano nome quasi identico alle società realmente creditrici e controparti nel procedimento civile (cambiando a volte solo la punteggiatura, o la spaziatura, o indicando “srls” invece del reale “srl”); a tali falsi atti di transazione si affiancavano falsi provvedimenti emessi da Giudici del Tribunale di Teramo, Ascoli Piceno e Fermo (che ratificavano i falsi accordi transattivi e che disponevano il versamento delle somme su specifici IBAN di società costituite allo scopo). Attraverso la simulazione di procedimenti civili in realtà inesistenti, falsificando atti e provvedimenti giudiziari (tra cui procedure di liquidazione in realtà inesistenti e falsi provvedimenti giudiziari che autorizzavano compravendite in tale ambito, di apertura e chiusura della liquidazione, di nomina dell’avvocato commissario liquidatore, di autorizzazione allo stesso a concludere operazioni di compravendita stabilendo il versamento di somme di denaro direttamente sul c/c del commissario liquidatore).
Falsificando altri provvedimenti giudiziari per rassicurare i propri clienti sull’andamento delle procedure. Formando false ricevute di versamento di contributi e diritti di cancelleria per attività difensiva e facendosi corrispondere l’importo falsamente versato; il tutto in concorso con altri soggetti che costituivano società con ragione sociale quasi identica a quella delle società creditrici e aprivano c/c quasi sempre all’estero oppure on line dove i clienti dell’avvocato versavano le somme di denaro ritenendo di versarle ai propri creditori, effettuando poi ulteriori movimentazioni bancarie volte ad ostacolare la ricostruzione della provenienza di tale denaro. Le truffe (contestate tutte all’avvocato e singolarmente ad altri specifici soggetti) per le quali – allo stato- sono stati raccolti gravi elementi indiziari- sono 7 con un danno delle persone offese corrispondente alle somme versate per complessivi 200.000 euro. Le operazioni di autoriciclaggio effettuate attraverso varie operazioni bancarie volte a ostacolare la identificazione della provenienza delittuosa del denaro (operazioni tutte contestate all’avvocato e ciascuna ad altri specifici soggetti) riguardano allo stato complessivamente euro 152.000.
Le operazioni di riciclaggio (contestate al commerciante sottoposto a misura cautelare e ad altri soggetti) riguardano la complessiva somma di 39.000 euro. All’avvocato sono anche contestati i reati di falso materiale aggravato per la formazione di falsi provvedimenti giudiziari dei Tribunali di Ascoli Piceno, Teramo e Fermo. Oltre ai due soggetti tratti in arresto, sono sottoposte ad indagine per i reati di concorso in truffa pluriaggravata, autoriciclaggio e riciclaggio altre quattro persone. Il personale della Guardia di Finanza in forza alla Sezione di Polizia Giudiziaria di questa Procura della Repubblica e alla Compagnia di S. Benedetto del T. ha dato quindi esecuzione alla ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico delle due persone indicate e ha eseguito contestualmente operazioni di perquisizioni personale e domiciliare a carico di tutti i sei soggetti sottoposti ad indagine, sequestrando materiale di interesse investigativo per ricostruire compiutamente la vicenda e verificare eventuali ulteriori reati, tra cui anche telefoni cellulari e materiale informatico; è stato perquisito -su autorizzazione del Giudice per le Indagini Preliminari- anche lo studio legale dell’avvocato tratto in arresto. Nei prossimi giorni le due persone arrestate saranno interrogate dal Giudice per le Indagini Preliminari e potranno fornire la propria versione dei fatti. Le attività di indagine sono tutt’ora in corso.