Sono passati nove anni da quando le porte del municipio di Barisciano in piazza Trieste si sono chiuse. Da quando il terremoto del 2009 ha messo in ginocchio non solo il capoluogo di regione, ma anche 56 Comuni in tre diverse province abruzzesi (per restare nell’ambito del cratere sismico). Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima.
Per questo l’inaugurazione dell’edificio, costruito nei primi anni del Novecento, questa mattina è stata una festa soprattutto della comunità di Barisciano, simbolo di una ricostruzione che avanza, soprattutto quella ricostruzione pubblica che resta drasticamente indietro rispetto alla privata.
Barisciano rinasce da qui, dal suo municipio, lavori di restauro e miglioramento sismico svolti in due anni con i fondi stanziati dalla delibera Cipe e messi a disposizione dell’Ufficio speciale della ricostruzione del cratere: 1 milione e 600mila euro, ai quali si aggiungono 200mila euro del Comune di Barisciano, lavori resi possibili grazie al supporto del Provveditorato alle Opere pubbliche con il ruolo di stazione appaltante. Un momento simbolico di rinascita nel cuore del cratere sismico in cui la ricostruzione presenta luci ma ancora anche tante ombre, come la lentezza della ricostruzione pubblica e la sovrapposizione normativa di due crateri: quello del 2009 e quello relativo al sisma del 2016, per sbloccarla è atteso un decreto della commissaria straordinaria Paola De Micheli.
Un giorno di festa al quale non potevano mancare – accanto alle autorità e alle istituzioni locali – alcuni di coloro che sono stati i protagonisti nazionali dell’emergenza sismica e della prima ricostruzione, come Gaetano Fontana all’epoca coordinatore della Struttura tecnica di missione e Giampiero Marchesi attuale capo della Struttura di missione a Roma, e poi Fabrizio Barca, padre della omonima legge che ha dato impulso alla governance della ricostruzione, e il capo del Dipartimento di Protezione civile Angelo Borrelli.
Bambini, anziani, Alpini, volontari, famiglie hanno riempito la piazza in attesa del taglio del nastro per poter entrare nell’edificio e scoprire i suoi nuovi locali. Una rinascita attesa per anni, negli occhi l’emozione di un nuovo inizio. Emozione che anche il sindaco Francesco Di Paolo – che ha voluto accanto a sé anche i primi cittadini del cratere – non ha voluto nascondere.
“La storia la fanno i cittadini, le persone comuni, che come granelli di sabbia si danno da fare, accanto naturalmente ai personaggi illustri delle istituzioni nazionali che ci sono sempre stati vicino. L’inaugurazione del nostro municipio indica che le cose si possono fare, che si può vincere la pesantezza della burocrazia, grazie al lavoro e alla dedizione di chi lavora lontano dal clamore mediatico”.
Di Paolo ha ricordato che:
“La forbice che useremo per il taglio del nastro è molto piccola, di quelle che forse non sono proprio opportune per una cerimonia di questo tipo. Quella forbice appartiene a mia madre, l’ha usata per tutta la vita per rammendare. Mia madre è venuta a mancare tre settimane fa: il mio pensiero va a lei come a tutte quelle persone che – con mio grandissimo rammarico – non sono riuscito a riportare a casa e ci hanno lasciato dentro a un Map. Il mio impegno è fare il massimo per portare a termine il resto della ricostruzione”.
IL SERVIZIO DEL TG8:
La ricostruzione non può prescindere dalla legalità, ha ribadito il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini.
Il municipio è stato intitolato ai due giudici uccisi dalla mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.