L’assurda storia di Vittorio, invalido e segregato in casa per la presenza di barriere architettoniche nel suo palazzo, in Via Tinozzi a Pescara, al civico 21. Nonostante le numerose sollecitazioni e il parere favorevole anche degli altri condomini, l’amministratore di condominio non provvede e un intero quartiere si mobilita.
Per Vittorio, ex agente di commercio e invalido quasi al 100%, il lockdown non è mai finito. Sono, infatti, da almeno 4 anni che, per via dell’assoluta impossibilità di fare le scale, lui e sua moglie Luisa hanno chiesto, con il parere favorevole anche degli altri condomini, l’installazione di un piccolo montascale ai bordi della rampa che conduce all’ascensore, una spesa, per altro, non particolarmente esosa, ma dall’amministratore di condominio mai alcuna risposta. La signora Luisa, particolarmente intraprendente e combattiva, ha perfino sollecitato l’intervento delle istituzioni, attraverso i buoni uffici del Deputato Luciano D’Alfonso e perfino dell’ex sindaco Marco Alessandrini che in qualità di avvocato, ha inviato allo studio dell’Amministratore una Pec alla quale non è mai giunta risposta. Luisa e Vittorio, molto conosciuti nella zona stadio di Pescara, hanno ricevuto il sostegno di tutto il quartiere, addirittura si sta pensando anche a una petizione. Anche noi abbiamo provato a contattare lo studio dell’Amministratore di Condominio, ma ci siamo dovuti accontentare di un messaggio in segreteria e attendiamo delucidazioni. Vittorio, con estrema dignità, prosegue la sua vita da segregato, passando le intere giornate davanti al Computer, quelle poche volte che è riuscito a mettere il naso fuori casa è stato grazie all’intervento di mezzi sanitari, o alla buona volontà di qualche conoscente che lo ha preso di peso per fargli scendere una piccola rampa di scale:
“Non sappiamo più a chi rivolgerci – ci spiega la signora Luisa – non ci spieghiamo il motivo per cui l’Amministratore si ostina a non prendere provvedimenti, eppure dovrebbe farlo per legge, a me si spezza il cuore quando mio marito mi dice di aprire almeno un po’ la finestra per respirare l’aria di fuori, non è possibile tutto questo in un Paese Civile.”