Il grave episodio registrato nella serata di domenica scorsa all’esterno della basilica della Madonna dei Sette Dolori a Pescara, dove una ventina di persone dopo aver disturbato una funzione religiosa con un’azione dimostrativa togliendosi la mascherina in chiesa e arrivando persino a minacciare il parroco e i fedeli, hanno dato in escandescenza all’arrivo degli operatori della Polizia di Stato chiamati ad intervenire, impone una seria riflessione sulla pericolosa deriva che rischia di generare l’attuale clima di tensione sociale.
E’ quanto si legge in una nota del Sindacato di Polizia a firma del Segretario Provinciale Generale Federazione FSP POLIZIA DI STATO Antonio Ronzone e del Consigliere Nazionale FSP POLIZIA DI STATO Walter Massimiliani
“Il video registrato da un telefono cellulare e ripreso dalla stampa, che documenta in maniera parziale le fasi
dell’arresto immediatamente successive al primo intervento del personale della Squadra Volanti della Questura di
Pescara, testimonia infatti la palese difficoltà con cui sono costretti ad operare da mesi i poliziotti che, è bene
sottolinearlo, sono stati chiamati ad intervenire da altri cittadini e lo hanno fatto con la precisa finalità di
identificare i soggetti che avevano disturbato la funzione religiosa minacciando il parroco e gli altri fedeli.
In quel video, nel quale i poliziotti passano per “aguzzini” che, passati lì per caso, trasportano via con la
forza un soggetto che viene indicato da alcuni dei presenti come presunta vittima, viene sottaciuto il fatto che si
tratta delle fasi dell’arresto di un uomo che, dopo essersi reso protagonista di un’azione di disturbo violenta e
intransigente, ledendo il diritto degli altri fedeli ad assistere ad una funzione religiosa, ha rifiutato di farsi
identificare dall’equipaggio inviato sul posto opponendo una ferma e violenta resistenza nei confronti degli
agenti, che nella circostanza sono stati anche oggetto di epiteti e minacce da parte degli altri soggetti autori delle
precedenti molestie”.
Nel sottolineare, ancora una volta, come le uniformi degli operatori della sicurezza siano sempre più l’obiettivo delle frustrazioni, non possiamo esimerci da manifestare la nostra solidarietà verso tutti gli operatori della sicurezza, costretti a lavorare in costante precario equilibrio tra l’adempimento del dovere, per assicurare la pacifica convivenza dei cittadini e il mantenimento dell’ordine e della sicurezza e il rischio per la propria incolumità fisica o le eventuali conseguenze giuridiche cui sono esposti. Le circostanze sopra descritte, peraltro, trovano l’ennesima conferma in un altro episodio accaduto sempre a Pescara appena 24 ore dopo, quando un altro operatore della Squadra Volanti, intervenuto per una lite tra coniugi, è stato colpito e ferito con un corpo contundente riportando ferite guaribili in 10 giorni, mentre la donna rea dell’aggressione, tratta in arresto, è già in libertà! I poliziotti, è bene ricordarlo, chiamati ad essere sacerdoti e spregiudicati avventurieri, psicologi ed atleti, medici e giudici o avvocati, il tutto prendendo decisioni in pochi istanti e in contesti difficili, sono anche e soprattutto donne e uomini, mogli e mariti, madri e padri.