E’ come se prendesse in mano la propria vita e fosse costretto a pagarla dopo averla messa in pericolo. Stando al vecchio detto “chi è causa del suo mal pianga se stesso”, l’uomo di Bellante citato in giudizio da una società delle Ferrovie dovrebbe prendersela solo con se stesso per avere innescato un pericolo di disastro ferroviario.
Perché è vero che l’uomo, Gelsomino Carusi, è stato quasi travolto dal treno mentre attraversava i binari a bordo della sua auto, ma è anche vero che ad alzare la sbarra del passaggio a livello nel momento meno opportuno sia stato proprio lui. Così ora la società delle Ferrovie gli presenta il conto, una nota spese che è pure salata: 200.000 euro. Il fatto era accaduto il 6 novembre 2014, l’uomo si trovava in località Villa Rasicci di Bellante a bordo della sua auto quando, trovata abbassata la sbarra del passaggio a livello, si risolse a sollevarla manualmente. E ne aveva facoltà, visto che il passaggio insiste su un terreno privato, il suo, e che Carusi era in legittimo possesso delle chiavi del lucchetto alla sbarra in quanto proprietario del sito. Evidentemente il pm Bruno Auriemma, che lo ha rinviato a giudizio, ha ritenuto che l’uomo non abbia tenuto un comportamento sufficientemente prudente nel valutare eventuali treni in arrivo. L’uomo alla guida se la cavò con una ferita alla spalla, anche se l’incidente avrebbe potuto avere un epilogo ben peggiore. Dunque una richiesta, quella del pm, che sembra quantificare non tanto i danni, quanto piuttosto il pericolo di disastro ferroviario che il comportamento dell’uomo avrebbe innescato, un pericolo il cui costo ammonta a 200.000 euro.