Blitz dei Nas in parchi acquatici e piscine destinate all’uso ricreativo di tutta Italia. In Abruzzo sono state sanzionate tre strutture dislocate nelle province di Chieti e L’Aquila
Nel corso dell’attuale periodo estivo, i carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità, d’intesa con il Ministero della Salute, hanno eseguito una campagna di controlli in parchi acquatici e piscine destinate all’uso ricreativo e di divertimento.
L’intensificazione dei controlli è stata pianificata al fine di verificare il rispetto dei livelli qualitativi e di sicurezza dei servizi offerti, anche in relazione al prevedibile aumento di accessi degli utenti connesso con il notevole flusso vacanziero e con le condizioni climatiche caratterizzate da intense temperature.
In Abruzzo sono stati sanzionati i titolari di tre parchi acquatici, dislocati nelle provincie di Chieti e L’Aquila dove, nel corso dei controlli sono state accertate l’assenza dei registri dei controlli biologici dell’acqua e la carente manutenzione dei locali adibiti a infermeria e spogliatoi che sono risultati sporchi e contenenti materiali estranei rispetto alla destinazione d’uso. Sono state, inoltre, rilevate carenze igienico-sanitarie e gestionali nei punti di ristoro facendo scattare il sequestro di 20 chili di alimenti sprovvisti di tracciabilità.
Le attività, condotte su tutto il territorio nazionale, hanno interessato tra luglio e agosto l’ispezione di 288 strutture, rilevandone 83 irregolari, che hanno portato alla contestazione di 108 sanzioni penali e amministrative per oltre 40 mila euro. Sono stati inoltre disposti 10 provvedimenti di chiusura nei confronti di altrettanti impianti e aree ricreative acquatiche a causa di gravi criticità ritenute incompatibili con la prosecuzione dell’attività ludica e con la frequentazione degli utenti. Tra questi, in 4 episodi nelle province di Messina, Viterbo e Latina, i controlli di carabinieri dei Nas hanno accertato la inidoneità delle acque utilizzate negli impianti natatori e di divertimento, rilevando anche elevati contenuti di coliformi fecali e cariche batteriche, tali da rendere l’acqua pericolosa per la salute umana a causa di potenziale rischio di tossinfezioni. Ulteriori provvedimenti di chiusura hanno interessato 3 piscine totalmente abusive nelle province di Napoli, Reggio Calabria e Bari. Presso i punti ristoro interni alle strutture, sono stati sequestrati oltre 250 chili di alimenti non in regola.