Due anni è il tempo che rimane ai concessionari demaniali prima di vedere gli stabilimenti balneari finora gestiti divenire oggetto di procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione del servizio. Tra gli imprenditori del settore un mix di rabbia e preoccupazione.
Questo sancisce il Consiglio di Stato sulla direttiva Ue Bolkestein, disattesa per 15 anni dall’Italia, prorogata dall’ex governo Conte fino al 2033 ma ora ripresa in mano dalla giustizia amministrativa. Per ora le concessioni saranno prorogate fino al 31 dicembre 2023, dopodiché si entrerà in regime di concorrenza ossia chiunque potrà partecipare per avere la gestione degli chalet. Si teme, quindi, l’arrivo delle multinazionali che potrebbero fare incetta di concessioni.
Gianluca Grimi presidente regionale di Confesercenti – Assoturismo Abruzzo non ha dubbi: “Stiamo seguendo costantemente la situazione tramite la Federazione italiana balneari e ho già chiesto un incontro con il Governo, che avverrà a breve. La nostra mira è ottenere il miglior risultato possibile nella stesura dei bandi che andranno fatti. Le spiagge italiane, e quindi anche quelle teramane, sono assai appetibili per le grandi multinazionali, soprattutto perché il nostro modello di balneazione rappresenta un’assoluta eccellenza, nonché parte integrante del turismo: di questo, il governo dovrà tenere conto. Solo l’interlocuzione immediata e positiva con il Governo potrà mitigare gli effetti potenzialmente devastanti della sentenza del Consiglio di Stato”.