Il dato è acclarato, già da diversi mesi, Pescara prima città in Italia per uso di cocaina. Sarebbe il caso che le Istituzioni facciano qualcosa, lo chiede a gran voce il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale Roberto Renzetti.
La notizia è vecchia, almeno di un paio di mesi, da uno studio dell’Istituto “Mario Negri” Pescara risulta, clamorosamente, al primo posto in Italia per uso di cocaina. Circa 28 dosi per ogni mille abitanti, almeno 4.000 gli abituali assuntori e se al dato si aggiunge anche quello relativo all’uso di eroina e marijuana, scomodando le leggi più elementari della statistica, risulta che un pescarese su 5 fa uso di sostanze. Fatto salvo l’impegno costante e quotidiano delle Forze dell’Ordine nel raccogliere in un secchio l’acqua del mare, la vera notizia è che, nell’epoca del ben apparire, le Istituzioni, a vari livelli, sembra preferiscano nascondere la polvere, quella bianca, sotto il tappeto. Almeno fino a quando il capogruppo di uno dei più rappresentativi partiti di maggioranza in Consiglio Comunale fa notare, pubblicamente, che qualcosa bisognerà pur fare, invece di far finta che va tutto bene. A Roberto Renzetti, dunque, il merito di aver sollevato il tappeto, con tanto di qualche garbato rimbrotto da parte di esponenti della stessa maggioranza. Intanto presenterà un ordine del giorno al prossimo Consiglio Comunale, si tratta, in fondo, di non fare altro che chiamare le cose con il loro nome e lanciare, come giusto che sia, un grido d’allarme:
“In un recente blitz i carabinieri hanno trovato in una casa 300 dosi di cocaina già pronte allo smercio, ecco se c’è chi spaccia in simili quantità c’è evidentemente chi consuma. Forse sarebbe il caso di capire a fondo le ragioni di tutto questo. Non chiedo altro che un tavolo di concertazione intorno al quale sono invitate tutte le Istituzioni, dall’Amministrazione Comunale, alle Forze dell’Ordine che stanno facendo un lavoro immane, la Prefettura, ma anche la Asl e il Serd, per pensare a delle strategie da mettere in atto per arginare questo fenomeno sempre più dilagante. Il problema non riguarda solo i giovani, qua si tratta di un vero e proprio male sociale e va affrontato in modo serio ognuno attraverso le sue responsabilità.”