Abruzzo: la Giornata nazionale dell’alfabeto Braille

Oggi, 21 febbraio, si celebra la giornata nazionale dell’alfabeto Braille che prende nome dal suo inventore e viene utilizzato dai non vedenti.

Gabriele Colantonio, consigliere nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, spiega come lo strumento del Braille è stato fondamentale per l’inclusione e il superamento delle barriere. Uno strumento indispensabile per scrivere, leggere, colloquiare, fino alle tecnologie più avanzate di oggi che comunque partono dal lontano. L’Unione Italiana Ciechi, in Abruzzo, conta 1.300 iscritti.

L’alfabeto o Codice è stato inventato dal francese Louis Braille (1809-1852). Non vedente dall’età di tre anni in seguito a un incidente, egli frequentò l’Istituto reale dei ciechi, fondato nel 1784 a Parigi da Valentin Hauy, e a soli 16 anni propose il sistema di scrittura puntiforme in rilievo, da leggersi col tatto, che da lui prese il nome. Un alfabeto di punti. La scrittura braille si basa essenzialmente su un particolare codice alfabetico che comporta da 1 a 6 punti appositamente posizionati in un ideale rettangolo di 3 punti di altezza e 2 di lunghezza, all’interno di uno spazio corrispondente a quello del polpastrello del dito indice. La superiorità di questa nuova forma sulla rappresentazione in rilievo delle normali lettere dell’alfabeto, utilizzata sino a quel momento, ha contribuito alla sua divulgazione in tutto il mondo e in tutte le lingue. In seguito sono state approntate anche macchine per scrivere e da stampa che si avvalgono dello stesso metodo e degli stessi criteri.

 

 

Fabio Lussoso: