Caccia ai cervi: il Consiglio di Stato accoglie il ricorso e sospende la delibera regionale

Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello delle associazioni scese in campo contro la caccia ai cervi: “Per l’effetto, in riforma dell’ordinanza impugnata, accoglie l’istanza cautelare in primo grado e, per l’effetto, sospende la delibera regionale impugnata”

Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello (Ricorso numero: 7656/2024) contro la caccia ai cervi sospendendo la delibera regionale. Ricorso proposto da Associazione Italiana per il World Wide Fund For Nature E.T.S., Lav – Lega Antivivisezione, E.T.S., Lndc Animal Protection contro Ambito Territoriale di Caccia 1 Avezzano, Ambito Territoriale di Caccia 1 Sulmona, Ambito Territoriale di Caccia 2 Barisciano, Ambito Territoriale di Caccia 2 L’Aquila, Ambito Territoriale di Caccia 2 Subequano, Ambito Territoriale di Caccia 2 (A.T.C.) Avezzano, non costituiti in giudizio, Regione Abruzzo; ISPRA- Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale.

I giudici di secondo grado hanno ribaltato l’ordinanza del Tar Abruzzo che aveva rigettato il ricorso delle associazioni contrarie all’abbattimento degli animali. Sarà proprio il Tar, ora, che dovrà pronunciarsi di
nuovo nel merito, come stabilito nell’ordinanza del Consiglio di Stato del 7 novembre.

“La gioia per questo risultato è immensa. Non solo per la salvezza di questi cervi, ma anche perché, seppure in una fase cautelare, abbiamo fatto affermare un principio importante sulla necessità di effettuare i monitoraggi che erano stati previsti in sede di valutazione ambientale del piano faunistico venatorio e che non sono stati effettuati”. Lo ha dichiarato all’ANSA l’avvocato Michele Pezone, che ha curato il ricorso al Consiglio di Stato contro l’abbattimento di 469 cervi in Abruzzo.
“Si tratta di monitoraggi da effettuarsi anche su base annuale, per raccogliere indicatori sull’incidenza del prelievo dei cervi su altre specie particolarmente protette, come lupi e orsi. E’ inutile prevedere questi monitoraggi se poi non ci sono conseguenze dalle loro omissioni – ha sottolineato il legale – Devo inoltre dire che mai come in questo caso abbiamo sentito l’affetto e il sostegno dei cittadini di una intera regione che hanno seguito ogni passo di questa avventura e ci hanno fatto sentire la loro vicinanza”.

Così in un passaggio del pronunciamento: “Considerato che, sia pure in esito alla sommaria delibazione propria della fase cautelare, si apprezzano profili di possibile fondatezza del ricorso di primo grado, che meritano adeguato approfondimento specie con riferimento alla questione dell’omesso monitoraggio; Rilevato, quanto al periculum, che è opportuno mantenere la res adhuc integra nel N. 07656/2024 REG.RIC. tempo necessario a definire il giudizio, non senza considerare che la Regione può comunque valutare, coerentemente con la responsabilità civile sulla stessa gravante, l’adozione di misure per la prevenzione di incidenti stradali, come l’apposizione di recinzioni e la realizzazione di attraversamenti faunistici. 

REAZIONI E COMMENTI- Leal, Leidaa e Oipa esprimono soddisfazione per l’ordinanza del Consiglio di Stato che oggi ha sospeso la delibera della Giunta della Regione Abruzzo che prevedeva l’abbattimento di 469 cervi. Le tre associazioni erano intervenute ad adiuvandum sul ricorso presentato da Lav, Lndc Animal Protection e Wwf.I giudici di secondo grado hanno ribaltato l’ordinanza del Tar Abruzzo che aveva rigettato il ricorso delle associazioni. Sarà proprio il Tar, ora, che dovrà pronunciarsi di nuovo nel merito, come stabilito nell’ordinanza del Consiglio di Stato del 7 novembre. Il Consiglio di Stato rileva, tra le altre cose, che la Regione può comunque valutare, nel frattempo, l’adozione di misure idonee a prevenire incidenti stradali come la costituzione di attraversamenti faunistici e l’installazione di recinzioni.

I cervi d’Abruzzo sono salvi. Il Consiglio di Stato infatti ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni LAV, LNDC Animal Protection e WWF Italia e ha confermato la sospensione della delibera della Giunta Regionale che disponeva l’uccisione di 469 cervi, cuccioli compresi. La vicenda aveva suscitato grande indignazione anche al di fuori del mondo animalista e ambientalista, raccogliendo appelli da parte di numerose personalità dell’arte e della cultura, oltre a 136mila firme con una petizione online e decine di migliaia di e-mail di protesta inviate dai cittadini all’amministrazione regionale. “Si tratta di un precedente importante per chiarire che la programmazione venatoria deve essere fondata su dati certi, raccolti nelle modalità previste dalla legge. Cosa che non è avvenuta in questo caso, come conferma questa pronuncia del Consiglio di Stato. Una pronuncia che potrà valere anche per altre Regioni e riguardanti altri animali”, afferma Michele Pezone, l’avvocato che ha curato il ricorso presentato da LAV, LNDC Animal Protection e WWF Italia.

LAV, LNDC e WWF esprimono soddisfazione per il risultato ottenuto in difesa di animali che rischiavano di essere uccisi senza alcun motivo reale, se non per fare l’ennesimo regalo alla lobby venatoria che rappresenta un bacino elettorale importante per una certa parte politica.

“In merito alla recente ordinanza del Consiglio di Stato, prendiamo atto del pronunciamento con serenità e fiducia nei confronti dell’autorità giudiziaria, così come non abbiamo prodotto alcuna euforica considerazione in occasione della precedente ordinanza del TAR che non ha accolto la richiesta di sospensiva, argomentando la legittimità della procedura amministrativa. Restiamo fiduciosi in attesa del giudizio di merito, per il quale sarà fissata un’apposita udienza. Sarà infatti il TAR a valutare nel dettaglio i contenuti della deliberazione adottata dalla giunta regionale in merito al contenimento dei cervi.” Lo dichiarano in una nota il presidente della giunta regionale Marco Marsilio e il vicepresidente ed assessore all’agricoltura, alla caccia e all’ambiente Emanuele Imprudente. “È importante precisare che il piano è stato predisposto attraverso una struttura tecnica qualificata, composta da esperti che operano in ambito nazionale sia per enti regionali sia per associazioni ambientali, e che ha inoltre ottenuto il parere favorevole di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Durante la discussione di merito, ogni documento e aspetto tecnico-scientifico potrà essere approfondito e analizzato nel dettaglio, garantendo così una valutazione completa sui dati, sui censimenti e sui danni. Abbiamo chiarito in ogni occasione che l’azione intrapresa dalla giunta regionale nasce dalla necessità di procedere ad un riequilibrio ambientale: un obiettivo prioritario che ha guidato fin dall’inizio l’azione di governo e che è in linea con quanto si attua in altre regioni d’Italia, nonché in numerose aree a livello internazionale. Sui temi della prevenzione dai danni da fauna selvatica la Regione è sempre stata recettiva e proattiva, basti considerare le specifiche misure di sostegno approvate per la realizzazione di recinzioni per un importo totale di oltre 4 milioni di euro, a valere su PSR e CSR Abruzzo. La Regione ha sempre recepito proposte concrete, ma attuabili e compatibili, valutando secondo le necessità tecniche e i costi di sostenibilità, nonché mantenendo un approccio pragmatico e basato su evidenze scientifiche. Crediamo che, anche dinanzi a un tema così complesso, sia essenziale operare con serenità e senza pregiudizi, garantendo una valutazione oggettiva e mirata delle possibili soluzioni. Ipotizzare altri addebiti a nostro carico da parte di chi non ha mai avuto la responsabilità di mettere una firma su un atto amministrativo – concludono Marsilio e Imprudente – rispecchia l’attendibilità politica di chi oggi sta strumentalizzando la questione”.

“Il Consiglio di Stato ha sospeso la delibera regionale che permetteva la caccia selettiva al cervo in Abruzzo. Ora la palla ripassa al Tar, che dovrà fissare l’udienza di merito. Fino ad allora la mattanza è evitata. Il Partito Democratico plaude alla decisione del Consiglio di Stato e ringrazia le associazioni ambientaliste che si sono battute strenuamente per giungere a questo risultato. La protervia della Regione Abruzzo targata centrodestra – che ha voluto fortissimamente questo provvedimento – è stata battuta in punta di diritto, come già era accaduto per i confini del parco Velino-Sirente. La giunta Marsilio non ha voluto valutare alternative incruente al massacro dei cervi, mostrandosi sorda a tutti i richiami che pure sono arrivati sia dagli abruzzesi che da residenti in altre regioni, oltre che da maggior parte della comunità scientifica. E’ un modo autoritario e arrogante di governare il territorio, chiusi in una torre d’avorio. Continueremo a seguire questa vicenda fino in fondo e ci auguriamo che il Tar riconosca finalmente le ragioni del fronte ambientalista”. Daniele Marinelli, segretario regionale del Pd Abruzzo.

“Vittoria: è una bellissima giornata per i cervi dell’Abruzzo e per tutti coloro che amano gli animali e la natura”. Lo afferma Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la tutela dell’Ambiente e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commentando la decisione del Consiglio di Stato. “I magistrati amministrativi di secondo grado – spiega – hanno riconosciuto la fondatezza del ricorso che era stato respinto in primo grado e hanno ricordato che la Regione potrebbe adottare misure per la prevenzione di incidenti stradali, ‘come l’apposizione di recinzioni e la realizzazione di attraversamenti faunistici’. Esattamente ciò che propone uno dei miei emendamenti alla legge di bilancio”.

Appennino Ecosistema plaude al ripristino della legalità da parte del Consiglio di Stato. La caccia di selezione tramite abbattimenti, secondo l’ISPRA, è ammissibile solo in casi straordinari ed urgenti, e mai come strumento ordinario di gestione della fauna selvatica, come è stato invece postulato e deliberato dall’Amministrazione Regionale dell’Abruzzo.”Appennino Ecosistema chiede ora all’Amministrazione Regionale di riconsiderare la propria decisione, attivando al più presto la procedura di V.Inc.A., con il conseguente approfondimento su basi scientifiche delle conseguenze ecologiche della stessa e la possibilità di partecipazione del pubblico al procedimento, come previsto dalla normativa vigente.

Per Maurizio Acerdo del Prc, “è una simpatica coincidenza che la sentenza del Consiglio di Stato arrivi proprio nel giorno di San Martino (in Abruzzo noto come la festa dei cornuti):

E’ assai importante che il Consiglio di Stato abbia stabilito che i dati del monitoraggio non possono essere assemblati in maniera superficiale per giustificare una scelta
politica della destra per garantirsi i voti della lobby dei cacciatori che da anni preme per poter tornare a sparare a una specie che in Abruzzo si era estinta a causa delle doppiette” – rimarca Acerbo.

“L’accoglimento da parte del Consiglio di Stato dell’appello contro la caccia ai cervi è una buona notizia per l’Abruzzo intero”. È il commento della deputata del Movimento Cinque Stelle, Daniela Torto – Emerge chiaramente come il provvedimento della giunta Marsilio non avesse i fondamenti per essere portata avanti”.

Per i consiglieri regionali del movimento, Francesco Taglieri ed Erika Alessandrini, “si tratta di un passo di straordinaria importanza verso una pronuncia definitiva nel merito, la stessa per cui continueremo a lavorare come fatto fino ad oggi in stretta collaborazione con le associazioni del territorio, con le istituzioni locali che hanno mostrato una spiccata sensibilità e con i tanti volontari e attivisti che sono scesi in strada insieme a noi per protestare contro uno dei tanti provvedimenti folli della Giunta Marsilio”.

“E’ una prima vittoria che premia la determinazione di tutte le associazioni e di tutti i cittadini che si sono spesi per evitare il massacro degli animali”- aggiunge il presidente del gruppo Avs, Alessio Monaco.
“Questo ennesimo fallimento della giunta regionale conferma la sciatteria e superficialità nelle procedure amministrative, oltre che una totale mancanza di visione politica rispetto alla gestione del nostro territorio”- concludono Daniele Licheri ed Enrico Perilli di Sinistra italiana.