La città di Pescara è tra le cinque finaliste per il primo titolo di Capitale italiana dell’Arte Contemporanea, soddisfatti il sindaco Masci e l’assessore Carota.
Che Pescara abbia da sempre un ottimo rapporto con l’arte contemporanea è piuttosto noto, basta ripercorrere la storia a ritroso, magari fino agli anni ’60/’70, per accorgersi che galleristi illuminati al punto da proporre quelle che altri definivano “stranezze” ce ne sono sempre stati: da Mario Pieroni a Cesare Manzo, da Lucrezia De Domizio a Peppino D’Emilio, e poi gli artisti Franco Summa, Ettore Spalletti, Andrea Carnemolla, Sandro Visca, tanto per citare alcuni protagonisti (ma non sono tutti). Anche la base formativa è stata di eccellenza, basti pensare al liceo Artistico di Giuseppe Misticoni (che nasce alla fine degli anni 40 come “scuola d’arte”), quello che anni dopo frequenterà anche Andrea Pazienza.
L’arte contemporanea a Pescara è stata di casa, anche se forse oggi risulta un po’ dimenticata. Eppure all’epoca vantava un numero di gallerie, per lo più private, davvero stupefacente per una città di dimensioni contenute. Nella presentazione del libro di Ivan D’Alberto “Tutto è iniziato prima – Pescara e le sue gallerie d’arte: 1955-1975” si coglie la sintesi di questa vocazione:
“Assumendo l’ipotesi che quanto prodotto in questo periodo sia, invece, il risultato di un processo socio-culturale che ha avuto origine già sul finire degli anni Cinquanta, attraverso la ricostruzione della storia delle gallerie d’arte cittadine si vuole dimostrare che nel ventennio 1955-1975 sono state poste le basi per convincere galleristi, critici e artisti a eleggere la città dannunziana centro operativo per la promozione e la divulgazione delle proprie iniziative”.
Il libro ripercorre un cammino lungo e fortunato:
“Sempre grazie a un consesso di artisti nasce uno spazio come la Galleria Tre, progetto avviato da Elio Di Blasio, Ettore Spalletti e Franco Summa il 2 maggio del 1965, portando Pescara all’attenzione di artisti quali Emilio Vedova e Lucio Fontana. Nella descrizione del fitto sottobosco di gallerie, l’azione dei critici d’arte è fondamentale: c’è chi milita al fianco di un gruppo per sostenerne la loro visione rivoluzionaria dell’arte e chi sostiene gli artisti non solo con la scrittura, ma anche attraverso l’apertura di spazi extra commerciali. Cesare Manzo (Nuova Dimensione, galleria Cesare Manzo), Mario Pieroni (Coen & Pieroni, Fondazione Bagno Borbonico) e la baronessa Lucrezia De Domizio Durini che, nel 1974, in occasione dell’inaugurazione del suo secondo spazio in via delle Caserme 44, presenta una performance di Beuys e prosegue la programmazione con Calzolari, De Dominicis, Chia…”
Oggi di quella spinta avanguardistica resta ancora qualche traccia, per esempio la galleria Vistamare di Benedetta Spalletti o il progetto in contrada Rotacesta a Loreto Aprutino e poche altre realtà che si propongono all’attenzione degli amanti dell’arte.
Dunque – forse soprattutto in virtù del suo passato, ma non solo – Pescara potrebbe non sfigurare tra le aspiranti al titolo di Capitale dell’arte contemporanea. Ovviamente l’inserimento della città tra le cinque finaliste soddisfa il sindaco di Pescara Carlo Masci e l’assessore alla Cultura Maria Rita Carota:
“Esprimo grande soddisfazione e orgoglio nel vedere Pescara tra le cinque città finaliste per il titolo di Capitale italiana dell’Arte Contemporanea – ha dichiarato il sindaco Masci – Questo riconoscimento rappresenta un’importante conferma del valore culturale che la nostra città ha saputo costruire nel tempo, grazie a progetti innovativi, eventi di rilievo e alla passione di tanti artisti e operatori culturali. È un traguardo che testimonia l’impegno della nostra amministrazione nel promuovere la cultura e l’arte come pilastri del nostro sviluppo. Siamo pronti a proseguire con determinazione e a valorizzare ulteriormente il patrimonio artistico e creativo di Pescara. Adesso attendiamo con trepidante attesa l’evolversi della situazione, sperando di poter portare a casa questo traguardo che sarebbe davvero meritato”.
L’assessore Maria Rita Carota aggiunge:
“Pescara, collocandosi tra le cinque finaliste, ha raggiunto un ottimo risultato, frutto di un lavoro di squadra. La scelta del progetto curato dal prof. Pier Luigi Sacco e dai suoi collaboratori, tra i 23 progetti candidati, è il primo soddisfacente step ed è la dimostrazione del lavoro che Pescara sta effettuando nel campo culturale, investendo molto e credendoci davvero. Arrivare alla fase finale di questa selezione ci colloca già all’apice della cultura e dell’Arte contemporanea, a livello nazionale. Va detto che questa prima fase è stata di per sé proficua perché è stato promosso il coinvolgimento degli operatori culturali e delle associazioni, anticipando quella che sarà la sinergia da creare nel 2026. È stata quindi una affermazione corale, di tutti. E se Pescara sarà incoronata Capitale italiana dell’Arte contemporanea per il 2026, si svilupperà ulteriormente un’azione diffusa sul territorio, con una valorizzazione delle politiche culturali. I riflessi sarebbero avvertiti in città non solo a livello di investimenti (anche da parte dell’Amministrazione), ma anche per il coinvolgimento dei giovani, per cui la valenza sociale sarebbe notevole. Per noi il conto alla rovescia è già cominciato, con entusiasmo. Intanto viviamo questa bella soddisfazione, che condividiamo con tutto l’Abruzzo, visto che L’Aquila è stata designata Capitale italiana della Cultura per il 2026”.
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