Ortona, si comportavano come una baby gang, bullizzando i coetanei: 3 adolescenti arrestati ed uno denunciato dai carabinieri.
Sono individuati come indiscussi capi di un gruppo che può essere definito come una vera e propria baby gang locale, i tre adolescenti di Ortona arrestati dai Carabinieri, mentre un quarto è stato denunciato, accusati a vario titolo di concorso in atti persecutori, tentata rapina e lesioni personali aggravate. Uno di loro è stato collocato presso una comunità di recupero della provincia di Chieti, gli altri due presso le rispettive abitazioni. Il Gip nell’ordinanza che applica le misure cautelari ripercorre la personalità degli indagati, evidenziandone il loro coinvolgimento in altri episodi di rilievo penale “in cui appare evidente la concorsualità tra gli stessi e l’effettiva appartenenza al gruppo con la consapevolezza di quanto commesso, per cui si è reso necessario interrompere la loro azione criminosa con le incisive misure di custodia odierne poiché nessun comportamento autodeterminante poteva farne pensare la cessazione, in quanto le dinamiche ricostruite evidenziavano l’intento di imporre e conservare la reputazione del gruppo con l’imposizione di pretese agli altri giovani, che evidenzia, infine, la potenza del legame di gruppo tipica dell’età
adolescenziale vincolata a quelle dettate dalle regole del branco”.
Sono accusati a vario titolo di concorso in atti persecutori, più noto come stalking, tentata rapina e lesioni personali aggravate i quattro minori di Ortona che si comportavano come una vera e propria baby gang che bullizzava diversi coetanei: i carabinieri della compagnia locale ne hanno arrestati tre in esecuzione dell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari del collocamento in comunità e della permanenza in casa emesse dal Gip presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila su richiesta della Procura per i Minorenni, mentre il quarto minore è stato denunciato.
Le indagini dei carabinieri sono partite a maggio scorso per fare luce su una serie di interventi richiesti al 112 da diversi cittadini, la cui collaborazione è risultata fondamentale, sempre per atti di bullismo, così erano definiti, da parte di un gruppetto di adolescenti, tra l’altro ben noti sia ai residenti che ai carabinieri.
Adolescenti che nel centro di Ortona, per futili motivi aggredivano altri coetanei ritenuti più deboli. Vittime prescelte erano due adolescenti i quali, invitati a recarsi in caserma con i loro genitori, hanno verbalizzato ciò che subivano dalla baby gang. Dalle indagini è emerso chiaramente che parecchie volte nel corso di circa un anno, singolarmente o operando insieme, i baby bulli si erano resi protagonisti di veri e propri atti violenti nei confronti dei coetanei così come più volte avevano sporcato le vie del centro di Ortona, anche urinando in pubblico, ovvero avevano molestato
e disturbato i cittadini, incutendo timore e paura a quanti si trovavano ad affrontarli.
Le indagini hanno accertato la loro partecipazione ad alcuni fatti, segnalati, ma mai denunciati per paura di ritorsioni, ed hanno esattamente ricostruito quanto accaduto in particolare la sera del 22 maggio scorso nella piazza degli Eroi Canadesi quando tre dei quattro della gang, si sono accaniti contro un coetaneo, preso a pugni e calci solo perché era intervenuto in soccorso di un amico che aveva richiesto la restituzione della bicicletta, sottrattagli per l’ennesima volta con la forza.
Uno dei tre arrestati, in particolare, sul proprio profilo social ha nel tempo pubblicato foto che lo ritraggono in atteggiamento da vero e proprio “boss”, postando immagini in cui impugna una pistola priva di tappo rosso. L’arma, trovata durante una perquisizione nella sua abitazione, è risultata essere una fedele riproduzione ma priva di tappo rosso, e riconosciuta poi come quella usata
durante i festeggiamenti in occasione della vittoria dell’Italia nella finale degli Europei di calcio dell’11 luglio scorso.
Nella circostanza il ragazzo era stato ripreso mentre esplodeva alcuni colpi in aria, incurante dei tanti coetanei che gli stavano attorno. Il bossolo incandescente fuoriuscito dopo lo sparo aveva raggiunto ad un occhio una ragazza causandole lesioni guaribili in una ventina di giorni, mentre un altro giovane aveva riportato lesioni ad un timpano.