Da Caramanico Terme presidio e appello urgente per la salvaguardia delle scuole di montagna. A Castelvecchio Subequo si costituisce il comitato
Continua la mobilitazione per la salvaguardia delle scuole nelle aree interne, il tema trattato di recente anche nel film di Riccardo Milani “Un mondo a parte”: presidio a Caramanico Terme e petizione on line per la Valle Subequana.
Il calo demografico e le difficoltà economiche, particolarmente accentuate nelle zone montane, stanno mettendo a rischio l’istruzione nei aree interne. Per rispondere a questa situazione di crisi si mobilitano la comunità di Caramanico Terme e i rappresentanti dell’Istituto Comprensivo San Valentino – Scafa. Per garantire il diritto all’istruzione, fondamentale per la crescita culturale e sociale dei giovani, è stato organizzato un presidio davanti alle scuole di Caramanico Terme, domani, martedì 16 marzo, alle ore 8:30. Alla mobilitazione parteciperanno genitori, amministratori locali, politici, sindacati e giornalisti.
“La scuola – afferma Luigi De Acetis, sindaco di Caramanico Terme – rappresenta il cuore pulsante della vita nei piccoli comuni, essendo spesso l’unica istituzione che lega la comunità e ne sostiene il tessuto sociale e culturale. La proposta di riduzione del numero delle classi rischia di creare un irreparabile danno all’accesso all’istruzione e di aumentare la dispersione scolastica, con conseguenze devastanti per l’intera comunità. Chiediamo ai media locali e regionali di unirsi a noi in questo presidio, di fare luce su questa situazione critica e di supportare la nostra causa. Solo attraverso l’informazione e il sostegno pubblico possiamo sperare di influenzare le decisioni che impatteranno il futuro dei nostri bambini e delle nostre comunità”.
Inoltre, il Comitato chiede alla politica regionale e nazionale una revisione immediata della normativa vigente, per una politica congiunta sulle aree interne che metta in primo piano la scuola, strumento fondamentale contro lo spopolamento e la fragilità culturale e sociale dei territori montani.
“Non siamo un mondo a parte, ma parte del mondo” è la slogan della mobilitazione che, prendendo spunto dal film di Riccardo Milani, fotografa la situazione che sta vivendo la piccola comunità subequana e altre piccole comunità dell’Appennino abruzzese e non, condannate dai numeri a chiudere scuole e sopprimere classi.
Al fine di diffondere al meglio la propria voce e le proprie iniziative, il Comitato ha aperto anche una pagina Facebook (Comitato spontaneo genitori “Siamo parte del mondo”) e a breve lancerà una petizione on line per salvare le scuole nelle aree interne e modificare la legislazione vigente con deroghe specifiche per la montagna.
“Adesso la politica faccia la sua parte – dichiarano dal Comitato- stando dalla nostra parte. Già abbiamo avuto un primo proficuo contatto con il neo assessore all’Istruzione e agli Enti locali, Roberto Santangelo, che ha assicurato pieno impegno sulle nostre richieste. Ci sia l’attenzione di tutti i rappresentanti in Consiglio regionale, soprattutto eletti nel nostro territorio, perché salvaguardare il futuro di questa parte d’Abruzzo significa rispondere alle sfide del futuro dell’intero territorio regionale”.
Sul tema è intervenuta anche l’Unione degli Studenti dell’Aquila:
“Esigiamo una maggiore attenzione verso le aree interne del nostro territorio che si traduca in reale tutela dei servizi essenziali per la cittadinanza, per contrastare lo spopolamento di cui i piccoli comuni sono spesso vittime.
Garantire un’istruzione efficace all’interno dei plessi scolastici è fondamentale affinché si possa iniziare a parlare seriamente di ripopolamento delle aree interne e di diritto a restare. Preoccupanti sono i dati che arrivano dall’Ufficio Scolastico Regionale che prevede per il prossimo anno scolastico quasi 2.500 alunni in meno nelle scuole abruzzesi, di cui 515 nella Provincia dell’Aquila. Ciò porterà inevitabilmente all’accorpamento di diversi plessi, con importanti ricadute verso gli alunni e le loro famiglie, oltre che ad una significativa riduzione di posti di lavoro per il personale scolastico.
Da mesi, insieme a sindacati e parti sociali, chiediamo a gran voce una risposta concreta al riguardo da parte della politica di maggioranza del territorio, oltre ad un confronto serio sul tema che tenga conto della partecipazione di tutti coloro che vivono il mondo della scuola e dell’istruzione. Purtroppo fino ad ora le attenzioni ricevute non sono state sufficienti. Auspichiamo che la recente mobilitazione a Castelvecchio sia un campanello d’allarme per le istituzioni e che riesca ad aprire la strada ad un dialogo positivo sul tema”.