Una agente di polizia penitenziaria della casa circondariale di Chieti, che aveva appena aperto il blindato del passeggio e si apprestava ad aprire il cancello, è rimasta schiacciata fra il cancello e il blindo scagliatole addosso con violenza da una detenuta che ha dato in escandescenze. Lo denuncia Giuseppe Ninu, segretario regionale per l’Abruzzo del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe)
L’agente, alla quale va la solidarietà del sindacato, ha riportato traumi da schiacciamento, ha un braccio immobilizzato e, visitata da un medico, ha avuto una prognosi di dieci giorni. La stessa detenuta alcuni giorni fa aveva aggredito un’altra reclusa.
“Si intervenga al più presto perché il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo – è l’appello di Donato Capece, segretario generale Sappe – Non si può continuare così, senza un minimo di sicurezza per i colleghi che vanno a lavorare e non sanno se e quando ritorneranno a casa, senza contusioni o altro”.
Capece denuncia che il personale di Polizia Penitenziaria non ha ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi e kit antisommossa, sfollagenti promessi dal Capo del Dap, Renoldi: “La situazione delle carceri italiane, per adulti e minori, è sempre più allarmante per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti che vedono sempre più coinvolti gli uomini e le donne appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria – dice ancora l’esponente sindacale – Donne e uomini che svolgono servizio nelle sezioni detentive senza alcuno strumento utile a garantire la loro incolumità fisica dalle continue aggressioni dei detenuti più violenti. Il taser potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza, anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola a impulsi elettrici, ma i vertici del ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria fanno solo chiacchiere e la Polizia Penitenziaria continua a restarne sprovvisto”.