Carcere di Teramo: tre detenuti sorpresi al telefono

In soli due giorni, nella Casa circondariale di Teramo la Polizia Penitenziaria ha scovato e sequestrato cinque cellulari. Tre detenuti parlavano al telefono

Lo denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che fa riferimento anche all’ultimo episodio:

“Sono stati colti in flagranza tre detenuti di etnia rom mentre stavano usando un telefono cellulare.L’ingresso illecito di cellulari negli istituti è ormai un flusso continuo”.

Il leader del Sappe torna a sollecitare l’adozione di nuovi ed urgenti provvedimenti per inibire l’uso di strumentazioni tecnologiche nelle sezioni detentive del Castrogno.

“Non si contano più i rinvenimenti e i sequestri di questi piccoli apparecchi. Le vie d’ingresso diventano molteplici, non ultima anche quella aerea a mezzo droni che sempre più spesso vengono avvistati e intercettati. La cosa grave è che denunciamo queste cose ormai da più di dieci anni e nessuno ha ancora fatto qualcosa. Tra l’altro, è assurdo che gli apparecchi per accertare la presenza dei telefoni cellulari non vengano usati nelle celle, ma durante lo svolgimento delle prove d’esame scritte del personale di polizia che ambisce ad acquisire il grado superiore! È una vergogna! Le donne e gli uomini del Corpo sono quotidianamente impegnati nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. E nonostante la recente previsione di reato, nel Codice penale, per ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche come la schermatura delle sezioni detentive, delle celle e degli spazi nei quali sono presenti detenuti, all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.

Marina Moretti: