Sembrerebbero essersi materializzati i primi casi di scabbia tra i poliziotti nel carcere di Sulmona: l’allarme delle organizzazioni sindacali che avevano già segnalato casi tra i detenuti
La patogenia da sarcoptes scabiei, meglio conosciuta come scabbia, al momento riguarderebbe due poliziotti di stanza al carcere di Sulmona. Questo è quello che emerge in una nota inviata al direttore del carcere peligno, Stefano Liberatore, dai sindacati di categoria rappresentativi della maggioranza in servizio presso la struttura.
“Per quello che starebbe accadendo in questi giorni presso la Casa Reclusione di Sulmona potremmo tranquillamente affermare che tanto tuonò che piovve! – dichiarano Tiziana Sciarra dell’Osapp, Gaetano Consolati della UIL PA PP, Giuseppe Mazzagatta dell’ Uspp e Davide Tabolitzki della Cgil – Il riferimento è a quanto starebbe succedendo ad un (due nel frattempo) poliziotto penitenziario il quale, da indiscrezioni assunte da fonti molto attendibili, sembrerebbe abbia contratto la patogenia della acariosi meglio conosciuta come scabbia. Se le indiscrezioni venissero confermate ci ritroveremmo dinanzi alla dimostrazione di un teorema che mai avremmo voluto venisse praticato e di cui nelle note precedenti inviate ne avevamo posto le basi. Basi tra l’altro criticate e rese oggetto di affermazioni avanzate nella nota di risposta praticata dalla Direzione carceraria, circa i paventati tentativi di “attacco” fatti dalle OO.SS. nei confronti della Direzione stessa, che rispediamo al mittente visto che mai avremmo prodotto un idoneo reclamo se non fossimo stati certi della delicatezza della situazione venutasi a creare. Considerate le denunce dalle organizzazioni sindacali, ci si chiede il motivo per cui non sia stata attivata, ad esempio, la visita medica periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori. Stabilita, di norma, in una volta, la stessa periodicità può assumere cadenza diversa stabilita dal medico competente in funzione della valutazione del rischio. In considerazione di quanto sarebbe accaduto, nel contestare i metodi sinora adottati dagli attori scesi in campo per dare una risposta risolutiva alla questione oggetto della presente abbiamo chiesto, fermo restando la necessità di effettuare adeguata profilassi generale, che tutti coloro i quali faranno richiesta della visita medica vengano messi nelle condizioni di effettuarla a spese dell’amministrazione”.