Casalbordino: incidente alla Sabino Esplodenti, tre morti nell’esplosione

Sono tre le vittime dell’esplosione che si è verificata alla Sabino Esplodenti di Casalbordino, per cause ancora in corso di accertamenti

Sono tre le vittime della nuova esplosione alla Sabino Esplodenti, la fabbrica di Casalbordino che smaltisce e recupera polvere da sparo da bonifiche. Si tratta di Giulio Romano 56 anni di Casalbordino, Gianluca De Santis 40 anni di Palata, provincia di Campobasso in Molise, e Fernando Di Nella 62 anni di Lanciano.

Il titolare della Sabino Esplodenti Gianluca Salvatore, si è detto sgomento e incapace di spiegarsi l’accaduto. Secondo lo storico legale di Salvatore, Augusto La Morgia, il titolare non riesce a capire cosa sia potuto succedere, anche alla luce delle precauzioni, definite severissime, prese in fabbrica dopo la tragedia del 2020. A seguito del dramma del 2020 Salvatore ha risarcito i familiari delle 3 vittime.

Successivamente l’azienda ha rilasciato una dichiarazione all’Ansa: “Resta, allo stato, inspiegabile la causa dell’innesco che ha determinato la dolorosa perdita di tre lavoratori sebbene esperti formati e informati dei rischi connessi allo svolgimento delle loro mansioni. L’incidente si è purtroppo verificato durante la normale fase di lavorazione di munizionamento, eseguito per conto dell’Agenzia Industrie Difesa, nonostante l’adozione delle cautele e applicazioni più severe previste dalla normativa sulla prevenzione degli infortuni”. L’azienda continua spiegando che “i soci della Esplodenti Sabino, assicurando la più ampia collaborazione della società con l’autorità giudiziaria per l’accertamento delle cause del sinistro, sono vicini ai familiari delle vittime con cui condividevano quotidianamente gli ambienti di lavoro e le attività lavorative e ai quali manifestano la incondizionata solidarietà precisando che per quanto di competenza la società si farà carico di ogni loro esigenza anche attraverso le proprie compagnie di assicurazione”.

I PRECEDENTI
Nel dicembre del 2020 in un altro incidente avvenuto alla Sabino Esplodenti persero la vita altri tre operai. Nella stessa fabbrica nel 1992 era morto il 48enne Bruno Molisani, ucciso dall’innesco di una spoletta e nel 2009 due persone rimasero ferite gravemente in un’esplosione.

E’ prevista per domani, dinanzi al gup del Tribunale di Vasto, l’udienza preliminare per l’esplosione che il 21 dicembre del 2020, nella stessa fabbrica, costò la vita ad altri tre operai. Dieci gli imputati, compresa la società: l’accusa principale, per tutti, è cooperazione colposa in omicidio colposo, per colpa generica cagionata dalla negligenza, imprudenza e imperizia, e per colpa specifica, consistita nella violazione di diverse norme antinfortunistiche. In particolare, gli imputati sono il legale rappresentante e presidente del Cda della Esplodenti Sabino spa, quattro consiglieri di amministrazione, il direttore dello stabilimento, il responsabile del servizio protezione e prevenzione, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, il capo reparto, la società in persona del legale rappresentante, società che è sottoposta a procedimento penale per responsabilità amministrativa per omicidio colposo plurimo. Nel 2020 il fatto avvenne nel primo pomeriggio, durante lo smaltimento di diversi materiali, in particolare miscela incendiaria, povere pirica, polvere nera, razzi di segnalazione, legna impregnata di Tnt, dotazioni nautiche, simulatori di colpo tipo kanonslag, nel locale – forno statico, dove erano stati destinati i tre lavoratori, che morirono sul colpo a causa causa dell’esplosione. Sottoposta a sequestro, la fabbrica rimase ferma per sette mesi, anche per la ferma posizione della procura guidata da Giampiero Di Flioro sulle condizioni di sicurezza sul lavoro. A luglio 2021, ottenuto il dissequestro con il via libera del giudice, le attività erano riprese. Oggi la nuova tragedia.

L’ultimo incidente mortale, avvenuto in fabbriche o depositi di materiale pirico, in Abruzzo risale allo scorso febbraio e avvenne in un deposito alle porte di Teramo, dove un uomo morì a seguito di un’esplosione.

LE REAZIONI

“Ci sono delle notizie ancora sommarie e frammentarie ma confermo l’esplosione alla Sabino Esplodenti”.

Lo ha scritto in una nota il sindaco di Casalbordino Filippo Marinucci. Il primo cittadino fuori Casalbordino è in costante contatto con il vice sindaco Carla Zinni che è a sua volta in collegamento con la Prefettura di Chieti. Sul luogo dell’esplosione ci sono 118, vigili del fuoco, carabinieri, polizia di stato e polizia locale.

Sulla tragedia iniziano ad arrivare le prime reazioni.

“Le informazioni ancora frammentarie che giungono sull’esplosione, con vittime, alla Esplodenti Sabino di Casalbordino destano grande apprensione ed orrore, tanto più che nella stessa azienda tre anni fa un incidente costò la vita a tre operai, e altri incidenti si sono verificati qui negli anni”.

Lo dichiara Daniele Marinelli, segretario del Partito Democratico abruzzese. Marinelli prosegue:

“Siamo vicini alle famiglie delle vittime e auspichiamo che si faccia piena luce sull’accaduto. Di certo si tratta di un altro, terribile monito sulla necessità di un maggiore impegno per la sicurezza
sui luoghi di lavoro”.

Questo, invece, il comunicato stampa della CISL AbruzzoMolise.

“L’incidente mortale di oggi, costato la vita a 3 operai, è avvenuto nello stabilimento della Sabino Esplodenti, azienda dove già nel 2020 ci furono tre vittime. Siamo vicini alle famiglie dei 3 lavoratori, e chiediamo che si faccia rapidamente luce sulla dinamica di questa terribile sciagura, che colpisce tutti noi”.

Lo ha dichiarato Giovanni Notaro, Segretario Generale della CISL AbruzzoMolise, commentando l’incidente avvenuto a Casalbordino in provincia di Chieti.

“Dall’inizio dell’anno stiamo registrando in Abruzzo una pericolosa impennata degli incidenti, con troppi casi mortali. È ora di dire basta alle tragedie sul lavoro e dobbiamo fare un ulteriore sforzo sul fronte della sicurezza, per garantire e tutelare i lavoratori. Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha denunciato che non stiamo facendo abbastanza per evitare morti sul lavoro: servono più controlli, ispettori, informazione e formazione, investimenti nella prevenzione. E’ una emergenza sociale del Paese e dell’Abruzzo a cui, responsabilmente, dobbiamo dare risposte alle famiglie perché “lavorare non è morire” e le vittime di oggi, ci dimostrano che il problema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non è solo una questione legislativa ma culturale ed economica”.

Queste le parole di Emilio Di Cola, segretario provinciale della Filctem Cgil Chieti:

“Io non ho parole, sono sconvolto perché ho già vissuto questa bruttissima esperienza, che comunque ti segna, tre anni fa. Oggi devo prendere atto che a distanza di tre anni, con un’azienda che ha ricominciato a lavorare da un anno, ci troviamo di fronte ancora a lavoratori che hanno perso la vita: non è accettabile, non è più accettabile, perché si va al lavoro per riportare la pagnotta e non per tornare dentro la bara”.

Il segretario regionale Cgil Abruzzo e Molise Carmine Ranieri chiede che si accertino subito le responsabilità:

“È assurdo che uno stabilimento industriale catalogato ‘ad alto rischio’ secondo la Direttiva Europea Seveso (e dunque soggetto a severi controlli da parte delle istituzioni) possa registrare due incidenti mortali plurimi in meno di tre anni di distanza l’uno dall’altro e dopo che sul primo incidente sono state ipotizzate accuse di omicidio colposo plurimo aggravato perché commesso con la violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Si accertino subito le responsabilità di questa ennesima strage che si poteva è che si doveva evitare”.

Il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare Maurizio Acerbo parla di colpevoli negligenze delle autorità:

“La notizia di un nuovo incidente alla Sabino Esplodenti con tre morti mi riempie di indignazione e rabbia. Dopo circa un mese dall’esplosione del 21 dicembre 2020 che causò la morte di tre operai io e Augusto De Sanctis presentammo tre corposi esposti alla Procura della Repubblica di Vasto per segnalare una serie di incongruenze sulle autorizzazioni ambientali e sugli adempimenti in materia di sicurezza che hanno contribuito all’apertura di un’inchiesta con il sequestro dell’azienda. E’ pazzesco che con un processo imminente sulla precedente strage sia stata sciaguratamente consentita la riapertura con una procedura semplificata. La Regione Abruzzo ha persino deciso di non assoggettarla alla procedura di VIA fermandosi al mero screening nonostante puntuali osservazioni di associazioni e della stessa Provincia di Chieti in cui si sollevavano pesanti questioni a cui non è stata neanche data risposta. Avevamo già denunciato la colpevole negligenza di tutte le autorità competenti, dalla prefettura al Comune, per uno stabilimento che è classificato ad alto rischio sulla base della Direttiva Seveso ma è incredibile che si sia consentito di riprendere l’attività”.

Il segretario generale Uil Abruzzo Michele Lombardo invoca l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro:

“È ora di passare dalle parole ai fatti, non è più giustificabile questo continuo quotidiano macabro rituale dei lavoratori che muoiono andando al lavoro. È ora che le istituzioni di tutti i livelli prendano atto che non può continuare così ed è giunto il momento di istituire per legge il reato di omicidio sul lavoro. Questo sarà per la nostra organizzazione sindacale un impegno costante a tutti i livelli per far cessare una volta per tutte questa vergogna in un Paese che si continua a considerare civile e industrializzato”.

Intervengono anche il segretario regionale Ugl Abruzzo, Gianna De Amicis, e ll segretario Utg Chieti, Armando Foschi:

“La sicurezza sul lavoro è un’emergenza nazionale che necessita di interventi tempestivi e radicali; bisogna rafforzare i controlli, puntando su riforme urgenti come il coordinamento delle banche dati. Ancora più impellente è, però, la promozione di una vera e propria cultura della sicurezza sul lavoro, sia per le aziende che per i lavoratori stessi”.

Le parole del presidente della Regione Marco Marsilio:

“Ho appreso con grande dolore la tragica notizia dell’incidente. Sono vicino alle famiglie di tutte le persone coinvolte e rimango in attesa di capire le cause che hanno provocato l’esplosione. A nome personale dell’intera giunta regionale porgo le condoglianze per le tre vittime. Lascia sgomenti il precedente di soli tre anni fa, di fronte al quale non possiamo esimerci dal riflettere e chiederci se non siano state adottate tutte le misure previste in un’attività classificata ad alto rischio come questa fabbrica. La risposta, ovviamente, non può che venire dalla magistratura e dall’inchiesta che dovrà appurare le cause, ma comprendo i sentimenti di rabbia, oltre che di dolore, dei lavoratori esposti in tre anni a due tragedie mortali di questa dimensione”.

Il sindaco di Lanciano Filippo Paolini ha firmato l’ordinanza in cui, in segno di lutto, si annullano i tradizionali eventi di inizio della triade finale delle feste di Settembre, che avranno uno slittamento di 24 ore. Stasera, dunque, niente Nottata con musica e divertimenti in piazza Plebiscito, in attesa dell’Apertura dalle 4 di domattina con i fuochi pirici.

“Stante il gravissimo incidente avvenuto alla Esplodenti Sabino, l’Amministrazione comunale, di concerto con il Comitato Feste, nel rispetto delle persone che hanno perso la vita e delle loro famiglie, ha ritenuto di sospendere lo spettacolo musicale previsto per questa sera in Piazza Plebiscito e i fuori d’artificio previsti per le ore 4. Siamo particolarmente vicini alle famiglie in questo tragico e doloroso momento”.

“Tre persone, tre lavoratori, hanno perso la vita a Casalbordino nell’esplosione avvenuta nella fabbrica Sabino Esplodenti. Altre tre morti bianche. Le cause dell’incidente sono ancora da accertare, ma l’ennesima tragedia sul lavoro ci impone di fare molto di più per la tutela della salute e l’incolumità dei lavoratori”. Lo dichiara in una nota la parlamentare del M5S, Daniela Torto.
“In quella stessa fabbrica, infatti, già nel 2020 erano morti tre lavoratori. È evidente che qualsiasi siano le cause dell’incidente che emergeranno dagli accertamenti degli organi preposti, la politica ha il dovere di trovare soluzioni concrete e immediate. La magistratura farà il suo corso, ma la vita di quei lavoratori è stata spezzata per sempre, così come è stata distrutta quella delle loro famiglie, a cui va tutta la mia vicinanza e solidarietà. Ma è davvero l’ora di dire basta: non si può, non si deve, continuare a morire sul lavoro”.