Può un qualsiasi dispositivo, ad esempio un semplice e obsoleto cerca persone, farci saltare in aria con un semplice hackeraggio? Come si può scrivere una buona legge per domare l’Intelligenza Artificiale? Le risposte da uno dei massimi esperti d’innovazione e cyber sicurezza, il Professor Antonio Teti.
Incontriamo il responsabile dei sistemi informativi e innovazione tecnologica dell’Università “G.d’Annunzio” Antonio Teti, uno dei massimi esperti in Italia di alta tecnologia e cyber sicurezza, mentre si prepara a incontrare, domani a Roma, i componenti della X Commissione del Senato per fornire suggerimenti utili a una buona stesura di una legge sull’Intelligenza Artificiale. Con lui affrontiamo da subito una questione che ha creato un certo allarme sociale: pensando ai migliaia di cerca persone, in dotazione a miliziani di Hezbollah, esplosi simultaneamente, verrebbe da pensare che potrebbe bastare la manovra di un qualsiasi hacker per tramutare i nostri consueti dispositivi, un cerca persone, appunto, piuttosto che un telefono cellulare, in ordigni mobili:
“Direi proprio di no – precisa Teti – non vedo come possa accadere una cosa del genere, se non a seguito di un’operazione pianificata da molti anni e condotta, quasi certamente, dai servizi segreti israeliani che hanno presumibilmente intercettato un lotto di produzione di cercapersone, manomessi con piccoli esplosivi, e poi dati in dotazione, grazie anche ad infiltrati immagino, a migliaia di obiettivi tra i miliziani di Hezbollah, poi è bastato sintonizzarsi su una specifica radio frequenza per far deflagrare i dispositivi.”
Sul tema dell’Intelligenza Artificiale, in vista di una legge quadro, è necessario porre le basi per una piattaforma equilibrata con l’istituzione anche di più strutture, due sono già operative, l’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) e l’Acn (Agenzia di cyber security nazionale), e poi bisogna fare i conti, però, anche con quanto sta avvenendo oltre i confini europei:
“Mi sembra di capire ad esempio – spiega Teti – che Stati Uniti e Cina stiano procedendo, da questo punto di vista, senza seguire particolari regole, e con questo bisognerà fare i conti anche rispetto agli strumenti sui quali dovrà agire l’Intelligenza Artificiale. Penso ad esempio all’oceano d’informazioni sul web e a quante di queste rientrano tra le cosiddette fake news, se un sistema d’Intelligenza Artificiale non è in grado di tener conto di questo, potrebbe portare a risultati devastanti.”