Ogni abitante di Chieti lo sa, e non da oggi: sotto il profilo idrogeologico la città è particolarmente vulnerabile. I lavori per la messa in sicurezza potrebbero partire ad inizio anno nuovo
Ma quella Teatina non è una beata solitudine, almeno stando alle parole del capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, che a commento della tragedia di Ischia ci ha ricordato che il 94% dei comuni italiani è a rischio. Certo, chi più chi meno: la media statistica ha le sue trappole, tuttavia che Chieti figuri tra i più è cosa arcinota. Bene lo sa il sindaco Diego Ferrara, il quale, sollecitato sul tema dal quotidiano Il Centro, ricorda che gli interventi di messa in sicurezza della città, dal punto di vista di frane e dissesti idrogeologici, partiranno tra poco.
Il primo cittadino rivendica l’interesse mostrato sin da subito dalla sua amministrazione verso queste tematiche, ragione per cui ha mantenuto sempre costanti i contatti con la Protezione civile regionale e l’università d’Annunzio. Per rendere la città più sicura sono in fase di apertura diversi cantieri, per esempio nella zona di Santa Maria, dove i tecnici della Protezione civile regionale hanno individuato le maggiori criticità, specie tra via Don Minzoni, via Arenazze e viale Gran Sasso. Dal monitoraggio continuo si evince che viale Gran sasso è sprofondato di cinque centimetri in tre anni. Entro dicembre si dovrebbe avere l’esito finale degli studi, che due strade possibili da percorrere: risanamento, con fondi già trovati dal Comune, o istituzione della “zona rossa”. A preoccupare però è anche la zona tra via Ianni, via Masci e via Fieramosca, a Sant’Anna, anche questa osservata speciale e oggetti di studi specifici.