Chieti: Case Ater in Via Cavorso in totale abbandono

Manutenzione ordinaria e straordinaria totalmente assenti da anni alle case Ater di Via Nicola Cavorso a Chieti, dove gli infissi cadono a pezzi, si guastano spesso le fogne e le palazzine sono sempre più fatiscenti.

Questa mattina abbiamo accolto l’invito di alcuni residenti di Via Nicola Cavorso, nel quartiere Filippone di Chieti, a documentare lo stato di quasi totale abbandono e degrado nelle due palazzine Ater ai civici 9 e 11. Parliamo di edifici realizzati negli anni ’30 e che  non sono mai stati interessati a opere di restyling. Infissi vetusti, vetri delle finestre sostituiti da pellicole fissate con il nastro adesivo, luce nel vano scala guasta da tempo immemore, e acqua e infiltrazioni nei sottoscala, per via di frequenti guasti alla rete fognaria. Parliamo di palazzine promiscue, ovvero, dove diversi condomini hanno riscattato gli appartamenti e ne sono proprietari. L’Ater, da noi contattata, parla di programmazione complessa per via, soprattutto, della mancanza di risorse. Ciò che va fatto è noto, bisogna reperire i fondi necessari, ma intanto i residenti non ce la fanno più:

“Sono qui da 20 anni – ci spiega la signora Annamaria – e non mi ricorso un solo intervento di manutenzione. I pavimenti li ho installati a mie spese e non mi hanno nemmeno garantito la realizzazione del massetto. Per non parlare delle finestre rotte e del freddo che patiamo specie d’inverno. Sapendo del vostro arrivo – ci confida Annamaria – questa mattina sono venuti due tecnici dell’Ater che mi hanno assicurato il cambio di due, dico due, soli infissi, quando invece qui servirebbe la ristrutturazione complessiva delle palazzine.”

“Sono qui dal 1983 – ci spiega Armando, un altro residente – sono invalido al 100% ed inabile al lavoro, sono costretto a vivere in luoghi insalubri e perfino il mio medico mi ha invitato a cambiare casa perché in un posto così non posso stare. Dall’Ater mi hanno detto che mi trasferiranno in un’altra casa a piano terra, ma malgrado le mie numerose sollecitazioni, sono ancora qui.”

Luca Pompei: