Indagini sono in corso da parte dei carabinieri della Compagnia di Chieti per individuare i responsabili di un furto messo a segno questa notte intorno alle 2 ai danni della gioielleria Sarni che si trova all’interno o del centro commerciale Megalò a Chieti Scalo.
I ladri sarebbero almeno otto ed hanno agito con il volto coperto. I malviventi hanno dapprima tagliato all’esterno con tronchi e rami di alberi con i quali hanno bloccato le due strade di acceso al centro commerciale, quindi sono entrati nella galleria commerciale. Le immagini dell’impianto di videosorveglianza che riprendono l’interno della gioielleria mostrano la saracinesca d’ingresso che viene forzata e, uno dopo l’altro, l’ingresso in rapida successione di cinque malviventi, mentre di un sesto si intravede un braccio: i ladri una volta entrati nel negozio, con tanto di borsoni nei quali sistemare la refurtiva, saltano il bancone ed iniziano a fare razzia degli oggetti preziosi che si trovano nei cassetti. Le immagini mostrano anche l’attivazione dell’impianto di antifurto nebbiogeno. A mettere in fuga i malviventi è stato l’arrivo sul posto, dopo pochi minuti, di due pattuglie dei carabinieri, e una della polizia che ha partecipato alle ricerche: verosimilmente ad avvertire dell’arrivo delle forze dell’ordine è stato il ‘palo’ della banda. I ladri sono fuggiti facendo perdere le proprie tracce nelle campagne circostanti, ma non si può escludere che abbiano proseguito la fuga a bordo di auto lasciate nella zona in luoghi appartati. Per ora non è possibile quantificare l’entità del bottino, ma si tratterebbe di alcune migliaia di euro. Intanto I carabinieri della Compagnia di Chieti stanno indagando su altri tre furti, oltre a quello messo a segno da almeno sei malviventi, ai danni di un gioielleria che si trova all’interno del centro commerciale ‘Megalò’ avvenuti la notte scorsa a Chieti Scalo. Due sono stati i furti ai danni di altrettanti ristoranti, mentre un terzo colpo è stato portato a termine ai danni di una ditta che vende materiale l’edilizia. Non si può escludere che i quattro furti, dei quali non è stato precisato il bottino, siano stati compiuti dalle stesse persone.